Sparatoria a San Siro, chiesti due anni e 8 mesi per il rapper Kappa 24k e dieci per il rivale
Sono stati chiesti due anni e otto mesi per il rapper Kappa_24K, all'anagrafe Islam Abdel Karim e dieci anni per Carlo Testa, in carcere con l'accusa di tentato omicidio: a richiederlo – durante l'udienza che si è svolta davanti al giudice dell'udienza preliminare Tiziana Gueli – è stato il pubblico ministero di Milano, Stefano Civardi, relativamente alla sparatoria che è avvenuta l'8 gennaio in piazza Monte Falterona, nel quartiere San Siro a Milano. Il rapper, arrestato il 4 febbraio, è accusato di detenzione e porto sulla pubblica via di arma da sparo e per aver esploso in aria più colpi e soprattutto in un luogo pubblico affollato.
La rivalità tra gruppi
In base alle ricostruzioni degli inquirenti, il 51enne avrebbe ferito gravemente un ragazzo di 26 anni: il vero obiettivo però sarebbe stato il rapper Kappa 24K. La sparatoria era arrivata dopo alcuni episodi violenti che vedevano contrapposto il gruppo di rapper di San Siro con quello di piazza Prealpi. Tra le due fazioni ci sarebbero state alcune gare d'insulti e prese in giro all'interno di alcune canzoni. Durante l'udienza – che è stata aggiornata al prossimo 4 luglio – il legale del cantante, Robert Ranieli, ha chiesto l'assoluzione affermando che il suo assistito non avrebbe commesso il fatto perché avrebbe usato una pistola di aria compressa, come quella utilizzata durante i video musicali.
Le richieste dei due legali
Anche il legale di Carlo Testa, Niccolò Vecchioni, ha chiesto l'assoluzione sulla base della legittima difesa. L'avvocato che lo difende, Niccolò Vecchioni, ha spiegato a Fanpage.it che dalle immagini dei video emerge che Testa "una volta arrivato in auto, è stato cerchiato da una quindicina di perone, che lo hanno estratto dall'auto. Tra loro è iniziata una colluttazione. Almeno tre di loro erano armati: durante la colluttazione, nel tentativo di togliere l'arma, sono partiti tre colpi. Uno dei quali ha ferito il 26enne". Il 26enne che, come spiegato dall'avvocato, probabilmente farebbe parte del gruppo rivale. Vecchioni ha sottolineato che la richiesta della Procura era attesa: "L'accusa sostiene, sulla base di una ricostruzione non provata, che il mio assistito abbia agito per vendicare una offesa. L'indagine però non lo ha accertato: La Procura contesta infatti l'aggravante dei futili motivi, che però non sono stati individuati".