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Sparano a un 36enne e lo abbandonano in strada a Caravate: arrestate due persone per tentato omicidio

Un giovane e una donna sono stati arrestati per il tentato omicidio di un 36enne. L’uomo era stato abbandonato in strada a Caravate (Varese) lo scorso 5 marzo ferito e sanguinante.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Un 27enne e una donna di 37 anni sono stati arrestati per il tentato omicidio di un 36enne abbandonato in fin di vita lo scorso 5 marzo a Caravate, in provincia di Varese. L'uomo era stato soccorso da un operaio di un cementificio della zona, che lo aveva incontrato lungo la strada che stava percorrendo per andare al lavoro. Il 36enne, trasportato in ospedale in gravi condizioni e sottoposto a intervento chirurgico, sarebbe stato ferito con un'arma da fuoco al fianco sinistro per un regolamento di conti tra gang rivali nel controllo delle aree boschive usate per lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Il ferimento al fianco sinistro del 36enne

Erano le 21:45 del 5 marzo quando un dipendente del cementificio Colacem di Caravate ha chiamato il 112 chiedendo l'intervento del personale sanitario. Mentre stava andando al lavoro, aveva incontrato a lato della strada di via Rusconi, nell'area industriale del paese, un uomo ferito e sanguinante. Si trattava di un 36enne di origini nordafricane, in Italia senza fissa dimora e con numerosi precedenti di polizia alle spalle.

Insieme ai soccorsi del 118, sul posto erano intervenuti anche i carabinieri della Stazione di Laveno Mombello e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Luino. Ai militari è apparso subito chiaro che si trattava di una ferita d'arma da fuoco. Sempre cosciente, il 36enne era stato trasportato in codice giallo all'ospedale Circolo di Varese dove è stato poi sottoposto a intervento chirurgico e ricoverato per diversi giorni nel reparto di Chirurgia generale urgenza e trapianti.

La rete del traffico di stupefacenti

Le indagini, coordinate dalla Procura di Varese, hanno innanzitutto esaminato il profilo della vittima. Il 36enne, infatti, era stato già segnalato in passato per specifiche attività di spaccio nelle aree boschive dei comuni di Castello Cabiaglio e Orino. L'uomo aveva legami stretti con una gang del posto, di cui gli inquirenti hanno ricostruito la rete e le attività delittuose, arrivando a ipotizzare lo scenario del regolamento di conti.

Il 23 aprile scorso è stata fermata la 37enne, italiana, con richiesta di custodia cautelare. Il 27enne, di origini nordafricane e considerato esecutore materiale, è stato sottoposto a fermo indiziato di delitto a Milano il giorno stesso e condotto in carcere a San Vittore.

La sparatoria del 5 marzo, dunque, sarebbe stato uno scontro tra bande rivali per il controllo dei territori di spaccio. Le indagini, però, non sono finite qui: la Procura ipotizza la presenza di altri fiancheggiatori, oltre ai due fermati, che potrebbero preso essere oggetto di nuove misure cautelari.

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