Spara al pugile Luca Marasco e lo colpisce alla testa con la pistola: l’aggressore si è costituito
Si è costituito alla caserma dei carabinieri di Lecco il 42enne che lo scorso 20 aprile aveva sparato alle gambe del campione di boxe Luca Marasco, senza ferirlo, e colpito con il calcio di una pistola calibro 22 alla testa procurandogli alcune lesioni. L'aggressione era avvenuta nel cortile di casa della vittima, a Calolziocorte, e stando a quanto ricostruito era arrivata al culmine di una lite nata sui social.
L'aggressione dopo la lite sui social
I due, infatti, si sarebbero scambiati fino alla sera precedente all'agguato alcuni messaggi anche pesanti. Il pugile 40enne aveva detto che quell'uomo gli aveva insultato il padre e, per questo motivo, lo aveva invitato a vedersi di persona per chiarire la questione.
Intorno a mezzogiorno del 20 aprile scorso, però, il 42enne, italiano e residente in provincia di Bergamo, si è presentato nel giardino di casa di Marasco armato con una pistola calibro 22. L'uomo avrebbe sparato all'altezza delle gambe del 40enne, senza colpirlo. Dopodiché, usando ancora la pistola lo avrebbe colpito alla testa.
Il 42enne si è costituito ai carabinieri
Quella mattina l'aggressore ha abbandonato Marasco ferito ed è fuggito. A chiamare i soccorsi sono stati alcuni vicini, allarmati dal colpo di pistola che avevano sentito. Il pugile era stato poi trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Lecco, dove i medici lo hanno curato e dimesso con cinque giorni di prognosi.
Intanto, i militari della Compagnia di Lecco hanno raccolto le testimonianze, analizzato i filmati delle telecamere di sorveglianza e accertato l'origine di quell'aggressione. Le indagini avevano consentito alla Procura di Lecco di richiedere e ottenere dal gip la misura cautelare del carcere per il 42enne, che però si era reso irreperibile.
A un mese di distanza dall'aggressione, il 42enne ha deciso di costituirsi. L'uomo si è presentato, insieme al suo avvocato, alla caserma di corso Carlo Alberto a Lecco. Dopo gli atti di rito, è stato condotto in carcere con le accuse di lesioni e porto illegale d'arma da fuoco.