Sottrae 400mila euro dallo studio dentistico dove lavora e fa bonifici al casinò: condannata segretaria
Un dentista ha dovuto chiudere il suo studio vicino al Duomo di Milano, dopo che la sua segretaria gli avrebbe sottratto 400mila euro dal conto corrente, facendo bonifici al Casinò di Mendrisio e alla società del fratello. La donna, una persona di fiducia a cui il professionista aveva dato le credenziali di accesso all'home banking, è stata condannata in primo grado a 4 anni e al pagamento di 100 mila euro di acconto per i danni subiti dal dentista. L'accusa è di appropriazione indebita e autoriciclaggio.
La segretaria, come raccontato dallo stesso dentista, aveva già lavorato con lui in un altro studio "E godeva per questo motivo di stima e piena fiducia". Una confidenza tale da spingere l'odontoiatra a rivelarle i codici di accesso al conto corrente dell'attività, così che potesse occuparsi meglio della gestione commerciale dello studio: "Si occupava non solo dei rapporti con clienti e collaboratori, ma anche di quelli con il commercialista, e poteva operare sul conto dello studio dentistico grazie all'ampia delega da me concessa, nonché grazie alla conoscenza che aveva delle autorizzazioni homebanking del conto corrente professionale".
I conti, però, hanno cominciato a non tornare quando la padrona dei locali dello studio si è lamentata per i canoni di affitto non pagati e l'Agenzia delle Entrate ha contestato debiti erariali che il dentista pensava di aver pagato. Sul momento la segretaria avrebbe giustificato gli ammanchi dando la colpa a malfunzionamenti da parte della banca e ai clienti morosi, ma una volta recuperata la cronologia delle trasazioni, la verità è venuta a galla. La donna avrebbe effettuato bonifici a favore del casinò di Mendrisio e a della società polisportiva del fratello, per un valore totale di 400mila euro.
Il dentista è stato costretto a chiudere il suo studio, per andare a lavorare alle dipendenze di un collega come collaboratore. La segretaria, invece, con l'accusa di appropriazione indebita e autoriciclaggio è stata condannata in primo grado a 4 anni e al pagamento di 100mila euro al dentista, che si è costituito parte civile nel processo.