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Covid 19

Sospetto caso di Covid-19 a Crema, negativo il tampone del bimbo: la classe torna a scuola

È negativo l’esito del tampone cui è stato sottoposto il bimbo di una scuola per l’infanzia di Crema risultato febbricitante venerdì scorso. Il sospetto caso di Covid-19 aveva fatto scattare il protocollo previsto dall’Ats Valpadana e la quarantena per tutta la classe. Il caso ha fatto sollevare dubbi sull’efficacia del protocollo che prevede l’isolamento prima dell’esito del test. La sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, ha avvertito di “un rischio concreto di paralisi delle scuole con bambini così piccoli”.
A cura di Simone Gorla
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Sospiro di sollievo per i genitori degli alunni di una scuola di Crema che da venerdì erano in isolamento per un sospetto caso di Covid-19. È negativo l'esito del tampone cui è stato sottoposto il bimbo che era risultato febbricitante, facendo scattare il protocollo previsto dall'Ats Valpadana, con conseguente quarantena precauzionale di tutta la classe. Nel pomeriggio di oggi, martedì 8 settembre, la maestra della scuola dell'infanzia "Iside Franceschini", su input della coordinatrice, ha contattato tutte le famiglie per comunicare la buona notizia. Da domani dunque tutti i bambini torneranno a frequentare regolarmente la scuola.

Il falso allarme ha sollevato alcuni dubbi sull'efficacia dell'attuale protocollo sanitario in relazione alla vita delle scuola. La sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, ha detto di avere contattato l'assessore al Welfare Giulio Gallera per esprimere le perplessità su un sistema – quello che prevede l'isolamento della classe in caso di caso sospetto ancor prima dell'esito del tampone – che "comporterebbe un rischio concreto di paralisi delle scuole con bambini così piccoli" Regione Lombardia ha annunciato l'intenzione di coordinare questo protocollo con le linee guida ministeriali e dell'Iss che disciplinano il tracciamento e isolamento dei contatti stretti solo nell'eventualità di un esito positivo del tampone e non durante il periodo di attesa.

Critiche sono arrivate anche per il tempo di attesa prima dell'esito del tampone. Le famiglie hanno dovuto attendere quattro giorni in casa prima di sapere se il bambino era effettivamente contagiato. "In Lombardia, i tempi tra l’esecuzione di un tampone e l’esito sono estremamente lunghi", ha commentato il consigliere regionale cremasco Marco Degli Angeli. "La  conseguenza è che un’intera classe di bambini con i relativi genitori sono costretti a rimanere in casa e nel dubbio per l’incapacità di questa regione di gestire in giornata l'esecuzione e dare il risultato dei test".

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