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Sospende una partita giovanile per una rissa: arbitra minacciata e lasciata sola nello stadio chiuso

È stata minacciata, insultata e poi lasciata chiusa dentro lo stadio: è quanto successo lo scorso 4 febbraio a un’arbitra che aveva sospeso una partita per rissa.
A cura di Ilaria Quattrone
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È stata insultata, minacciata per aver sospeso una partita di calcio per rissa e lasciata poi da sola dentro lo stadio: è quanto successo, lo scorso 4 febbraio, a un'arbitra in provincia di Brescia. Il match incriminato è quello tra le squadre Darfo Boario e Carpenedolo. Al ventiseiesimo minuto del secondo tempo, la quasi totalità dei calciatori presenti e i dirigenti si sarebbero spinti e picchiati a vicenda.

In un referto la Lega Nazionale Dilettanti ha ripercosso quanto accaduto quel pomeriggio. Oltre a quello che è stato appena descritto, alcuni sostenitori della società Carpenedolo avrebbero inoltre scavalcato la ringhiera: si sarebbero fermati a bordo campo per alcuni minuti senza partecipare alla rissa. L'arbitra, considerato che avrebbe dovuto espellere diversi giocatori lasciando le squadre senza il numero minimo necessario per giocare, ha così deciso di sospendere l'incontro.

Le minacce e la mancata assistenza da parte delle società

Nel lasciare il campo, l'arbitra sarebbe stata accerchiata dai tifosi di entrambe le società che avrebbero contestato la sua decisione. Sarebbe rientrata poi in lacrime nello spogliatoio "senza che alcuno si curasse della sua persona". Quando poi è uscita da lì, non ha trovato nessuno. Si è così resa conto "di essere stata abbandonata e chiusa all'interno dell'impianto".

La lega nazionale dilettanti ha deciso così di multare le due società e far perdere la partita a tavolino: Carpenedolo dovrà pagare duecento euro mentre la società Darfo Boario dovrà pagare trecento euro, cento dei quali per "inidonea assistenza all'arbitro a fine gara". Due dei dirigenti sono stati anche sospesi fino al 22 marzo.

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