Sopravvissuta a 20 coltellate del suo ex: “Ora lui esce dal carcere e ho paura, anche gli amici si allontanano da me”
Se le ricorda una per una Maria (nome di fantasia per tutelare la sua identità) quelle venti coltellate inferte dal suo ex compagno: i segni sono ancora lì sul suo corpo e non passeranno mai. "I medici mi hanno detto che finirò su una sedia a rotelle, ma vado avanti. Sogno un futuro bello". A Fanpage.it Maria ha raccontato la sua storia.
Cosa è successo il giorno dell'aggressione?
Quel giorno ci siamo rivisti per caso. Non so cosa sia successo nella sua mente: forse la gelosia, magari altri pensieri strani. Non lo so, anche perché ormai non eravamo neanche più insieme. Pochi minuti dopo ha impugnato un coltello e mi ha accoltellata. Sono sopravvissuta ma tra qualche anno sarò costretta alla sedia a rotelle.
Cosa hai fatto durante l'aggressione?
Non ho potuto fare nulla, non sono riuscita a difendermi. Sono stata colpita alle spalle. La sua furia era veramente troppo forte. Mi ha scagliato il coltello addosso con una velocità impressionante. Sono caduta a terra e mi sono chiusa a guscio: ho cercato di ripararmi in qualche modo. Poi, dopo 20 coltellate, lui se ne è andato lasciandomi in una pozza di sangue.
Chi ti ha soccorso per primo?
Alcuni passanti sono corsi da me e hanno subito chiamato i soccorsi. Le pugnalate erano su tutto il mio corpo: avevo perso molto sangue.
Quanto tempo sei stata in ospedale?
Mesi e mesi. Qui ho capito che non avrei più rifatto le stesse cose di prima. Non avrei più lavorare come facevo prima. È stato difficile accettare i cambiamenti che ha avuto il mio corpo. Bisogna avere tanta forza di volontà per provare a tornare alla normalità, ma non è facile.
Quando il tuo ex ha iniziato a essere violento?
Inizialmente la nostra relazione andava bene, poi sono subentrati alcuni problemi economici quando già vivevamo insieme. Questo lo ha completamente cambiato. Nello stesso momento da parte sua è subentrata anche la gelosia. Io non potevo più uscire con i miei amici da sola. Lo assecondavo perché volevo evitare discussioni. Quando non ce l'ho fatta più l'ho lasciato e sono andata via di casa. Poi quell'incontro che non mi aspettavo e le coltellate.
Come si ritorna alla normalità dopo un fatto del genere?
Secondo me non ci si ritorna, almeno per quanto riguarda me. Cerco di ricordarmi che sono viva e che tante altre ragazze purtroppo non sono sopravvissute all'aggressione del loro ex compagno. Si cerca di trovare sempre uno spiraglio di luce, anche solo per la famiglia, per i propri genitori, per il proprio lavoro. Però non sto vivendo bei momenti perché le coltellate mi hanno portato dei grossi problemi fisici che non mi permettono di avere un lavoro stabile. Devo chiedere tanti permessi per le visite o per fare delle terapie adeguate, non è facile trovare qualcuno che ti assuma.
Chi ti ha sostenuto?
La mia famiglia. Nessun altro. Né i miei amici né le associazioni che si occupano di ragazze come me vittime di violenza. Gli amici, dopo solo alcuni messaggi di vicinanza il giorno dopo dell'aggressione, sono spariti: hanno paura di stare vicino a me perché temono di essere in pericolo. Pensano che quando il mio ex esca dal carcere mi possa fare ancora del male e quindi loro si tengono a distanza. Le associazioni non sono state adeguatamente vicine: vorrei cambiare lo psicologo ora, ma non me lo permettono. Non tutte le associazioni ti stanno vicino come dicono. Ora mi sto affidando a una nuova, speriamo.
Hai mai pensato che poteva accadere anche a te? Che anche te potevi essere una donna vittima di violenza?
Mai. Nonostante la nostra relazione non era tranquilla. Non ho mai pensavo che arrivassimo a una situazione del genere. Uno pensa sempre a essere felice e contento. E invece purtroppo la realtà può essere diversa.
Avevi provato a denunciarlo?
Sì, ma ero stata quasi convinta a ripensarci perché non sarebbe stato sicuro. Sarebbe uscito il mio nome e lui lo avrebbe saputo. Inoltre fino a quel momento non avevo subito "abbastanza" violenze per far scattare il divieto di avvicinamento. Mi sono così spaventata e non sono andata fino in fondo con la denuncia.
Perché non ti sei sentita tranquilla quando ti sei presentata dalle forze dell'ordine?
Perché ho capito che la legge italiana non si attiva immediatamente: non vengono subito presi provvedimenti. Esempio, lo stalker deve essere recidivo. Devi quindi andare avanti con la tua vita sempre con la speranza che questa persona non ti possa fare del male. Ma si vive sempre con l'ansia, con il terrore. Bisogna fare di più per tutelare ragazze come me. Bisogna agire prima.
A breve il tuo ex uscirà dal carcere dopo aver scontato la sua pena per tentato omicidio. Come ti senti?
Vivo con l'ansia e con gli attacchi di panico che lui passa tornare a farmi del male. Non mi sento sicura e protetta. Al momento non posso fare nulla però. Spero che mi lasci stare. Ho già avvisato le forze dell'ordine che mi hanno detto che mi staranno vicino e mi sono affidata a una nuova associazione.
Hai paura che quando il tuo ex esca sia ancora violento?
Sì. Non penso che sia cambiato in carcere. Non mi ha mai chiesto scusa.
Oggi ti senti una sopravvissuta?
Io miracolosamente ce l'ho fatta, altre ragazze no. Bisogna fare qualcosa. Noi donne vittime di violenza dobbiamo avere più aiuti.
Come ci si allontana da un amore tossico?
Bisogna aprire gli occhi, non vedere solo i momenti belli che si passano insieme, ma vedere le cose veramente brutte e pericolose che sono successe. Se l'ha fatto una volta lo farà anche una seconda, non cambierà. Bisogna poi cercare di informare delle violenze la propria famiglia o altre persone vicine. Parlare con le forze dell'ordine. Ragazze, cercate di confidarvi con qualcuno perché non potete fare tutto quanto da sole.
Ci sono tanti amori malati. Fa male interrompere una relazione, ma rimanere insieme è pericoloso. Abbiamo il diritto di vivere, di avere una vita.