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“Sono nata sorda e mi vergognavo, ora ho 4 lauree”, il raconto di Chiara Bucello

Chiara Bucello ha 29 anni ed è sorda dalla nascita. Dopo tanto tempo trascorso a vergognarsi della sua sordità, è riuscita a cambiare prospettiva e oggi attraverso i social insegna al mondo come rapportarsi con chi non sente.
A cura di Chiara Daffini
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"Da piccola ero una bambina chiusa – racconta Chiara a Fanpage.it accogliendoci nel suo appartamento a Milano -. Facevo fatica a farmi nuovi amici perché mi vergognavo di essere sorda".

"E facevo bene – continua -: c'erano molti bambini che mi prendevano in giro per il mio modo di parlare, io ci stavo male, mi sentivo diversa".

Chiara ha 29 anni ed è sorda dalla nascita. È nata e cresciuta a Catania, imparando a leggere il labiale: "A un anno mi hanno messo la protesi acustica – spiega -, ma sentivo tutti i suoni uguali, piatti".

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"Il rumore della pioggia"

Solo nel 2015 Chiara passa all'impianto cocleare, una sorta di orecchio elettronico collegato direttamente con il cervello: "È stata dura – ricorda -. Dopo l'intervento ho dovuto riprendere la logopedia e sopportare un po' di dolore, ma in un anno ho iniziato a sentire i primi suoni".

"Quello che mi ha stupita di più è stato il rumore della pioggia – dice entusiasta -, ma anche i passi del cane: non credevo si potessero sentire anche rumori così piccoli. È stato come nascere una seconda volta".

Ma le difficoltà non sono sparite. "Avevo ancora vergogna a dire che ero sorda, mi sentivo inferiore e giudicata, come se fossi una persona incapace.

La svolta nella pandemia

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Il grande cambiamento avviene proprio con l'arrivo del Covid: "Quando uscivo di casa non riuscivo più a comunicare, tutti indossavano le mascherine e, non potendo leggere il labiale, non capivo nulla. Avvertivo un senso di inutilità".

"Non dire niente, fingere di capire, però mi portava a fare figuracce – ricorda Chiara -, così mi sono decisa a chiedere di abbassare quella mascherina perché ‘non sento, sono sorda'. Dopo averlo detto e visto le reazioni, di solito gentili e disponibili, mi sono sentita meglio".

Dall'esperienza personale nasce il desiderio di essere utile agli altri: "Ho aperto un profilo Instagram – spiega – dove ho iniziato a parlare della mia sordità e di come interagire con le persone che non sentono, le cose da dire, quelle da non dire, ma anche i piccoli problemi quotidiani che gli udenti non possono immaginare".

Per esempio la stanchezza: "Leggere il labiale e al tempo stesso cercare di ricordarmi i suoni nuovi che sto imparando – rivela Chiara – è molto stancante, a volte arrivo alle 4 del pomeriggio che sono distrutta".

Traguardi e sogni

Chiara Bucello
Chiara Bucello

Nonostante le difficoltà, è sempre stato impresso un obiettivo nella testa di Chiara: "Volevo prendere il diploma e farmi una vita, magari a Milano, città in cui avevo sempre sognato di abitare".

Riesce a fare tutto questo e anche di più: prima l'accademia di belle arti a Catania, dove studia grafica e design e successivamente editoria, poi un master online in fashion marketing, business e comunicazione, iniziato proprio durante la pandemia e infine un master in direzione creativa, dopo il trasferimento a Milano.

"All'inizio avevo paura – confessa -, perché vivere da sola in una città lontana quando sei abituata ad avere bisogno dei tuoi familiari non è facile, invece mi sono ambientata benissimo".

Chiara condivide l'appartamento con un'altra ragazza e sogna un lavoro che le consenta di mettere in pratica tutte le competenze acquisite in questi anni, magari nel mondo dei social, in cui ha già dimostrato di cavarsela bene.

"Ho voglia di scoprire sempre di più e qui a Milano ho conosciuto anche tante persone sorde, prima non le volevo frequentare perché rivedevo me in loro, ma adesso so che siamo in tanti e siamo persone come gli altri, con pregi e difetti".

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