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Ilaria Salis dalla detenzione all'elezione in Europa

“Sono caduta in un pozzo, mi chiedo se ci sia un’uscita”: dal diario di Ilaria Salis dal carcere in Ungheria

Ilaria Salis, l’insegnante italiana di 39 anni in carcere da più di un anno in Ungheria, scrive un diario: “I mesi sono lunghi e accade che la bolla si trasformi in un buco nero che ti risucchia”.
A cura di Giorgia Venturini
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Scrive dal carcere di Budapest Ilaria Salis, l'insegnante italiana di 39 anni arrestata in Ungheria l'11 febbraio dello scorso anno con l'accusa di aver partecipato all'aggressione nei confronti di due neonazisti durante la manifestazione "La Giornata dell'Onore". Davanti ai giudici Ilaria Salis si è sempre dichiarata non colpevole mentre la Procura ungherese ha chiesto una condanna a undici anni di carcere.

Da mesi in carcere Ilaria Salis scrive un diario

Intanto che si attende la fine del processo l'insegnante di Monza scrive un diario di prigionia: "Sono caduta in un pozzo profondissimo, mi chiedo se ci sia un'uscita. Ma non ho dubbi su quale sia la parte giusta della storia". L'italiana ha sempre denunciato le condizioni del carcere ungherese ritenute pessime dal punto di vista dei diritti umani, per questo, soprattutto negli ultimi mesi, avvocati e istituzioni stanno chiedendo ai giudici i domiciliari.

Intanto Ilaria scrive sul suo diario, il cui contenuto è stato pubblicato in esclusiva da Repubblica e Tg3. "I mesi sono lunghi e accade che la bolla si trasformi in un buco nero che ti risucchia. Prendendo in prestito una metafora che leggerò parecchi mesi dopo in un bellissimo fumetto dedicato alle mie vicende sono caduta in un pozzo profondissimo".

Poi continua a raccontare: "Le pareti sono scivolose ed ogni volta che faticosamente cerco di compiere un breve passo per risalire appena un pochino, finisco sempre col precipitare più in profondità. A volte mi chiedo se questo pozzo abbia un fondo e se da qualche parte ci sia davvero un'uscita. Immagino di essere un piccolo geco, che nell'oscurità silente riesce a scalare le pareti. Già, devo scalare le pareti, ma qui purtroppo non ci sono i miei compagni di arrampicata e i legami di fiducia ben stretti sulla corda della sicura".

"Chiudo gli occhi e lancio lo sguardo oltre le mura di questo cieco carcere: scorgo le vicende di uomini e donne come ricambi in tessuti su arazzi che raffigurano storie più ampie. Storie di popoli, di culture, di lingue e di religioni. Storia di sistemi economici, politici e giuridici. Storie di ricchezza e di miseria, di potere, di sopraffazione e di sfruttamento. Storie di guerre e di eserciti. Storie di un mondo in cui ancora si uccidono bambini, in cui alle quarte d'Europa risuonano mitraglie che riecheggiano gli scempi del secolo scorso".

E ancora: "Apro gli occhi e mi scorgono rannicchiata sulla grigia coperta, con lo sguardo fisso sulla porta di ferro della cella. Tutto mi appare semplice e lineare in queste vicende, come in molte altre, non può esserci alcun dubbio su quale sia la parte giusta della storia".

Cosa accadrà nell'udienza di giovedì 28 marzo

Giovedì 28 marzo è attesa una nuova udienza del processo a Budapest. Come appreso da Fanpage.it, sarà avanzata la richiesta di concederle gli arresti domiciliari da scontare in Italia o in alternativa in Ungheria. L'udienza di giovedì è stata anticipata su richiesta dei legali della difesa. "Un risultato che ha ottenuto questo Governo grazie alla serietà, grazie anche al lavoro che ha fatto la nostra ambasciata", aveva detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani una volta saputo della decisione della nuova data.

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