Sonnambulo cerca di soffocare la moglie, lei urla e lo sveglia di colpo: lui si lancia dal balcone
Un uomo affetto da una grave forma di sonnambulismo ha tentato di soffocare la moglie che dormiva accanto a lui. Fortunatamente la donna si è svegliata e ha iniziato a urlare, ma proprio quelle grida hanno fatto sì che l'uomo si svegliasse di soprassalto. Non appena si è accorto di quello che stava facendo, si è lanciato dal balcone nel tentativo di suicidarsi. Non è morto, per fortuna, ma ora è sotto processo per tentato omicidio. Anche se la moglie dice: "Sarebbe incapace di fare del male a una mosca".
Sonnambulo tenta di uccidere la moglie
I fatti, raccontati dal quotidiano Il Giorno, risalgono al 4 gennaio del 2021. Un uomo e una donna, ufficialmente sposati fra di loro, stanno dormendo in due camere separate, perché ormai sono separati in casa da tempo. Ma – a sentire la donna – con ottimi rapporti. Quella sera, però, – racconta la donna in tribunale – "mi sono svegliata con qualcosa che mi premeva sulla faccia, un pile credo. Non ho subito capito fosse mio marito. Pensavo fossero entrati i ladri. Ne è nata una lotta, io faticavo a respirare".
"Mi sono trovata un dito in bocca e ho morso forte. Chi era sopra di me senza emettere alcun suono si è alzato. L’ho visto di spalle, si è girato e l’ho riconosciuto. Ma era in trance. Sembrava un’altra persona. Ho urlato a mio figlio ‘Corri, papà ha cercato di uccidermi'. Mio marito si è messo le mani in testa, è andato nell’altra stanza e si è defenestrato", continua la donna. Nonostante la caduta dal terzo piano, l‘uomo è sopravvissuto e ora è imputato per tentato omicidio.
A processo per tentato omicidio
L'uomo è ora sotto processo perché il fatto è successo e bisogna appurare le eventuali responsabilità. Inoltre ci sono due episodi che potrebbero sembrare precedenti: molti anni prima aveva tirato un pugno alla moglie sempre durante la notte, quando ancora dormivano insieme. Ma è la stessa moglie (oggi ex) a difenderlo: "Aveva fatto un incubo, si è scusato". Un'altra notte, quando invece si erano già separati pur continuano a vivere sotto lo stesso tetto, la donna lo ha visto vagare nella sua stanza. Ma anche in questo caso minimizza: "Era un periodo di forte stress al lavoro e non riposava".
Ora quindi bisogna appurare se questi episodi e soprattutto l'ultimo e più grave fossero consapevoli o inconsapevoli. Di sicuro all'uomo non sono state diagnosticate patologie tali per cui possa essere ritenuto incapace di intendere e di volere. Ma il perito del Giudice per le indagini preliminari, il primario della clinica neurologica di Parma Liborio Parrino, ha riferito che "potrebbe avere agito in preda a un episodio di parasonnia non Rem o di epilessia notturna, che può manifestarsi solo di notte anche in soggetti che di giorno non hanno disturbi, e mettono in atto comportamenti degni di Jekyll e Hyde".