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Sondrio, 60enne corre la mezza maratona 6 mesi dopo aver donato un rene al nipote malato

Sergio Lotti, 60enne residente ad Ardenno in provincia di Sondrio, ha corso una mezza maratona sei mesi dopo aver donato un rene al nipote malato. Il 60enne con la sua impresa sportiva, alla quale ne seguiranno anche altre, ha voluto sensibilizzare sull’importanza della donazione degli organi anche da vivi.
A cura di Francesco Loiacono
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Ha corso una mezza maratona sei mesi dopo aver donato un rene. Protagonista dell'impresa Sergio Lotti, 60enne originario della Romagna ma che vive ormai da tempo ad Ardenno, paese in provincia di Sondrio. Ancora prima dell'impresa sportiva, è da sottolineare il bel gesto che Sergio fece sei mesi fa per aiutare il nipote 35enne. Quando questi si ammalò di una grave insufficienza renale cronica, lo zio infatti non esitò a donargli uno dei suoi reni, sottoponendosi al difficile intervento presso l'ospedale Borgo Trento di Verona.

Stanco ma soddisfatto: Ne è valsa la pena

La grande generosità di Sergio ha consentito al nipote di poter continuare a vivere una vita normale. Ma il 60enne ha voluto fare un gesto in più per sensibilizzare tutti sull'importanza della donazione degli organi anche da vivi, e per far vedere alle persone che si può vivere con un rene solo. E così, a sei mesi dall'operazione chirurgica, ha partecipato nella sua terra d'origine – è originario di Borghi, in provincia di Forlì-Cesena – alla mezza maratona Rimini-Verrucchio. Alla fine della competizione era stanco ma soddisfatto: "La stanchezza alla fine della gara si è fatta sentire – ha spiegato l'uomo stando a quanto riporta TgCom24 – ma l'ho fatto per salvare altre vite, e perciò ne è valsa la pena".

A luglio Sergio rischiò di morire per una caduta

Adesso Lotti non intende fermarsi. Il suo prossimo obiettivo sportivo è partecipare a una dura competizione podistica che si svolge a Campo Tartano, in provincia di Sondrio, la "Corsa nel cielo Run". D'altronde il 60enne è uno abituato a superare le difficoltà: lo scorso luglio, poco dopo aver donato il rene, rischiò di morire a causa di una caduta nello uno scavo di cantiere nel centro di Ardenno. A salvarlo fu il suo inseparabile cane Pulce, che leccandolo sul viso gli fece riprendere i sensi e gli consentì di chiamare i soccorsi.

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