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“Sofia e Francesco non hanno sofferto prima di morire”, parla il capo della Stradale di Verona

I soccorritori hanno confermato che la 20enne Sofia Mancini e il 24enne Francesco D’Aversa sono morti sul colpo nel terribile impatto: “Non hanno sofferto”.
A cura di Giorgia Venturini
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Sofia Mancini e Francesco D'Aversa
Sofia Mancini e Francesco D'Aversa

Sarà necessario ancora qualche ora di indagine prima di capire con assoluta certezza cosa sia successo alla 20enne Sofia Mancini e al 24enne Francesco D'Aversa, trovati morti nella loro macchina completamente distrutta. "In questo momento si possono fare solo ipotesi senza avere certezze", come ha riferito il dirigente della polizia stradale di Verona Girolamo Lacquaniti.

Dopo due giorni di ricerche i due giovani sono stati trovati morti nella mattinata di oggi giovedì 20 ottobre sulla strada statale 450 in direzione Affi.

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I due ragazzi sono morti sul colpo

Cosa sia successo è ancora da ricostruire nel dettaglio, sembra però molto probabile che – come conferma il dirigente – si sia trattato di una fuoriuscita autonoma. Questo vuol dire che nessun altro pezzo è stato coinvolto. Con certezza i soccorritori possono anche confermare che i ragazzi sono morti sul colpo nel terribile impatto: non hanno sofferto.

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Nessun automobilista si era accorta dell'auto

Per due giorni nessuno si è accorto dell'auto completamente nascosta dalla vegetazione, nonostante il via vai degli automobilisti che viaggiano ogni giorno sulla strada statale. A notare l'auto questa mattina è stato un addetto autostradale. Purtroppo i soccorritori una volta sul posto si sono accorti che all'interno dell'auto erano presenti i due ragazzi: la ragazza è stata identificata subito perché aveva con sé i documenti. Per il ragazzo è stato necessario qualche minuto in più.

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L'incidente dopo una serata trascorsa in discoteca

Di loro non si avevano più notizie dalla notte di martedì 18 ottobre quando dopo aver trascorso una serata nella discoteca "Amen" di Verona, alle Torricelle, Francesco alla guida della Fiat 500 stava riaccompagnando a casa Sofia, in località Gazzoli, a Costermano dove abitava con la famiglia. I loro cellulari da quella notte non davano più segnali.

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