Sofia Castelli uccisa dall’ex, la pm chiede l’ergastolo: “Era la stanza degli orrori, c’era sangue ovunque”
È iniziata la seconda udienza del processo che vede imputato Zakaria Atqauoi, il giovane 23enne reo confesso di aver ucciso la ex fidanzata Sofia Castelli la notte nascondendosi nel suo armadio in casa prima di accoltellarla. La tragedia risale a sabato 29 luglio 2023: quella sera Sofia era tornata a casa con la sua migliore amica Aurora Fiameni. Dopo qualche chiacchiera le due ragazze sono andate a dormire in due camere diverse. In quella di Sofia già da qualche ora si stava nascondendo nell'armadio Zakaria Atqauoi: lui ha atteso che la ex si addormentasse prima di ucciderla a coltellate nel sonno e fuggire via. L'amica non si è accorta di nulla, non ha sentito nessun grido e urla.
La pm in aula: Indimenticabili le immagini degli agenti nella stanza degli orrori
Oggi venerdì primo marzo durante la seconda udienza Zakaria, prima che iniziassero a parlare avvocati e magistrati, ha voluto rivolgersi alla famiglia e agli amici di Sofia facendo una dichiarazione spontanea: "Chiedo scusa a tutti quelli a cui ho reso disagio". L'uomo è accusato di omicidio volontario per cui potrebbe essere condannato all'ergastolo. Subito dopo ha preso parola la pm della Procura di Monza Emma Gambardella, riportando in aula i dettagli di quella notte: "Indimenticabile le immagini body cam degli agenti della locale nella stanza degli orrori. Vi era sangue ovunque, le lenzuola, sangue sui muri, tende, soffitto e sangue addosso a questa bellissima ragazza di vent'anni".
La magistrata ha anche sottolineato che nelle ultime chat la vittima scriveva al suo ex fidanzato di non chiamarla più, che non lo voleva più vedere. "Nei messaggi emerge la gelosia dell'imputato, lui scriveva che se Sofia lo avesse lasciato l'avrebbe uccisa", hanno aggiunto altri teste dell'accusa. Segno che Sofia voleva essere libera e che lui non ne voleva sapere della fine della loro relazione. Secondo l'accusa l'imputato avrebbe organizzato e pianificato l'omicidio il giorno prima.
La Procura di Monza nell'udienza di oggi ha ripercorso le tappe di quello che è accaduto finendo con la chiesta di ergastolo per l'imputato. Per la rappresentante della pubblica accusa ad Atqaoui non può essere riconosciuta l'equivalenza delle circostanze attenuanti generiche alle aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e del mezzo insidioso perché si e' di fronte a "un assassinio feroce di una ragazza di 20 anni" con uno "strazio provocato ai sentimenti della famiglia".
In aula in rappresentante del padre, c'era l'avvocato Gabriele Maria Vitiello che ha tenuto a sottolineare: "Non si può perdere un figlio per un bastardo così, e riporto il pensiero dei genitori. Non può essere uno stato d’ira se ha aspettato nell’armadio sei ore". Il difensore invece ha chiesto pena equa senza aggravanti. La prossima udienza è stata fissata per il 12 aprile dove si andrà probabilmente a sentenza.
Le parole dell'amica di Sofia in casa durante la tragedia
L'amica Aurora aveva ricordato così al Corriere della Sera l'amica il giorno prima dell'udienza: "Non ha senso ed è del tutto ingiustificato morire così, a 20 anni, come Sofia e la stessa Giulia per mano di chi aveva promesso amore eterno. Ci si dovrebbe interrogare su queste vicende da subito senza attendere di esserne protagonisti". E ancora: "Nessuno riporterà in vita la mia amica, la mia anima gemella con cui ho condiviso la mia adolescenza". A Fanpage.it l'amica aveva precisato: "Questa non è una storia come le altre. Sofia era una ragazza forte e Zakaria non era violento, eppure l'ha uccisa. Queste cose possono succedere a chiunque".