Sofia Castelli, 24 anni all’ex fidanzato che l’ha uccisa nel sonno. La famiglia: “Non c’è giustizia”
È definitiva la condanna a 24 anni di reclusione di Zakaria Atqaoui, processato in Corte d'Assise a Monza per l'omicidio della ex fidanzata Sofia Castelli, accoltellata mentre dormiva in casa sua a Cologno Monzese (Milano) nel luglio 2023: il 23enne si era chiuso nell'armadio, e aveva atteso per ore il ritorno della giovane da una serata in discoteca.
Ma la famiglia di Sofia, oggi, non ci sta. "La premeditazione e altre due aggravanti non sono bastate per la pena dell'ergastolo. A quanto pare per la legge italiana siamo di fronte a un assassino modello", è oggi lo sfogo della zia Alexandra Zurria, parte della famiglia che non può più presentare appello perché tutte le aggravanti contestate sono state prese in esame dai giudici, e non è tecnicamente possibile chiedere di intervenire sulle attenuanti.
La Corte d'Assise ha ritenuto infatti che il giovane abbia ucciso “con coscienza e volontà” Sofia Castelli, ma che meriti le attenuanti generiche per il suo “comportamento collaborativo”, per la giovane età e per lo stato di incensuratezza. "Per questo è stato premiato con la pena massima di 24 anni di reclusione, che potrebbero anche diventare 19 o 18", sempre le parole della zia di Sofia. "E se le attenuanti (giustificazioni) sono sempre diverse e talvolta creative, le motivazioni che spingono i carnefici al cosiddetto femminicidio sono sempre le stesse senza alcuna differenza: mancanza di possesso e potere sulla donna".