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Monia Bortolotti accusata di infanticidio

Doppio infanticidio Bergamo: “Soffocò i due suoi bambini a distanza di un anno”: arrestata mamma 27enne

Una donna di 27 anni, Monia Bortolotti, è stata arrestata a Pedrengo (Bergamo) nella giornata di oggi 4 novembre con l’accusa di duplice infanticidio: secondo gli investigatori avrebbe soffocato i suoi due figli, ovvero una bambina di 4 mesi di nome Alice e Mattia di due, a distanza di un anno l’uno dell’altro.
A cura di Giorgia Venturini
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Una mamma di 27 anni, Monia Bortolotti, è accusata di doppio infanticidio dei suoi bambini, Alice e Mattia Zorzi. Stando alle prime informazioni, la donna è stata arrestata nella giornata di oggi 4 novembre: secondo gli investigatori avrebbe soffocato i suoi due figli, ovvero una bambina di 4 mesi e il maschio di due. I fatti sarebbero accaduti lo scorso anno a Pedrengo, in provincia di Bergamo. Il compagno e papà dei bimbi risulta estraneo ai fatti.

Il sospetto di un doppio infanticidio a Pedrengo

Le indagini dei carabinieri sono scattate dopo la morte del figlio maschio che risalirebbe al 25 ottobre dello scorso anno e a pochi mesi dalla morte della sorellina che risaliva al 15 novembre 2021. A questo punto i militari non hanno più creduto a due morti in culla a un anno di distanza. Così il 25 ottobre 2022 sono state avviate le indagini: l’esito dell’esame autoptico dello scorso febbraio ha svelato che la morte del piccolo era stata causata inequivocabilmente da una asfissia meccanica acuta da compressione del torace. Secondo gli investigatori l'asfissia meccanica era dovuta da un'azione volontaria: per i militari l’obiettivo di causare la morte del bambino.

La morte della piccola due anni fa

Dopo l'esito del medico legale sul bimbo è stato riaperto anche il caso sulla morte della neonata: all'epoca dei fatti la bimba sembrava certo essere morta perché soffocata da un rigurgito. La madre infatti aveva riferito di aver dato il latte alla bambina e di averla fatta digerire in braccio fino a farla addormentare, per poi constatare, dopo essersi fatta una doccia, che la piccola in culla era diventata cianotica e non respirava più.

Stando a quanto spiegano i carabinieri in una nota: "Il medico intervenuto nel constatare il decesso della bambina, in assenza di evidenti segni esteriori visibili all’esame esterno, aveva dichiarato di aver aspirato abbondante latte dal tubo endotracheale della bambina e aveva quindi spiegato che probabilmente la nascita prematura della stessa, nata di 7 mesi, aveva comportato un deficit della deglutizione, così da ritenere che la morte fosse avvenuta per cause naturali, riconducibili alla Sudden Infant Death Syndrome (SIDS), comunemente nota come ‘morte in culla', che consiste nella morte improvvisa e inaspettata del lattante, senza che fossero necessari ulteriori approfondimenti, consentendo il successivo seppellimento della salma". Dopo la morte del fratellino, il corpo della bimba era stato riesumato ma non era stato possibile procedere con un'attendibile autopsia perché a distanza di due anni il pregresso danneggiamento della bara non aveva consentito una buona conservazione della salma della bambina.

Da quanto emerso dalla indagini, entrambe le volte la madre dei bambini era a casa da sola ed era stata lei ad aver chiamato i soccorsi. Per tutte e due le volte l'intervento dei sanitari non è stato sufficiente per salvare la vita ai due piccoli. Per la 27enne sono scattate le manette: dovrà ora difendersi dall'accusa di duplice infanticidio. A suo carico sono emersi gravi indizi di colpevolezza: primi tra tutti la donna più volta si sarebbe contraddetta durante il racconto della sua versione ai militari. Inoltre i due bimbi risultavano sani al momento del decesso, questo vuol dire che la morte era verosimilmente avvenuta non per cause naturali.

Monia Bortolotti era in grado di intendere e di volere

Secondo l'accusa la 27enne ha agito "nella piena capacità di intendere e di volere, apparendo lucida, ben orientata, con grande capacità di linguaggio, razionalizzazione e freddezza, caratteristiche palesate, tra l’altro, nell’organizzazione della propria difesa, dopo aver scoperto di essere sospettata dei due infanticidi". Non è emerso infatti che la donna soffrisse, sia prima che dopo l'infanticidio, di un disturbo psichiatrico. L'arrestata si trova ora in carcere: non ha confessato il duplice omicidio. Il compagno, nonché padre dei due bambini, risulta estraneo ai fatti: anche l'uomo si è insospettito dopo la seconda morte e ha collaborato con i carabinieri.

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