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Social freezing, all’ospedale Niguarda di Milano il centro che conserva gli ovociti con tariffa calmierata

La procedura effettuata all’interno dell’ospedale milanese, già a carico del servizio pubblico per pazienti oncologiche, parte dai 3mila euro.
A cura di Francesca Del Boca
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È il primo centro pubblico che si occupa di fertilità a offrire il servizio di "social freezing", ovvero la crioconservazione degli ovociti, a prezzi calmierati e per donne che al momento non possono o non vogliono avere un figlio, ma che non escludono di portare avanti una gravidanza un domani.

Si trova all'ospedale Niguarda di Milano e, in base a quanto previsto nell'ottobre 2023 dalla delibera emanata dalla Regione per supportare la natalità in Lombardia, apre la possibilità di poter conservare i propri ovuli (da utilizzare poi per eventuali tecniche di procreazione assistita, almeno una cinquantina) a una tariffa più conveniente rispetto ai prezzi del privato: la tariffa in regime di libera professione è stata fissata intorno ai 2.300 euro, a cui devono essere aggiunti 100 euro da pagare ogni anno per il mantenimento degli ovociti nella banca dei gameti, e altri 800-900 euro per la terapia ormonale che le donne devono affrontare prima di sottoporsi alla procedura.

Procedura effettuata da tempo per le pazienti con patologie oncologiche così come per alcune categorie di degenti provenienti dai reparti di ematologia, urologia e neurologia, persino grandi ustionati. E che oggi, piano piano, si apre anche per le donne che temono di precludersi per sempre la possibilità di una gravidanza solo a causa del naturale invecchiamento biologico.

Unico limite? L'età: massimo 35 anni (nel privato è 45). E così sarebbero già tre, dai 29 ai 34 anni, le donne che si sono sottoposte a questo trattamento.

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