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Smog in Lombardia: la regione rischia di pagare quasi la metà della multa europea da 1,5 miliardi

Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente, spiega a Fanpage.it che lo smog rischia di costare caro alla Lombardia. In seguito alla pubblicazione speciale del rapporto Mal’Aria viene infatti specificato quanto costerà l’immobilismo sulle promesse fatte all’Europa per rientrare della multa per il mancato rispetto dei limiti normativi previsti dalle Direttiva europea per il Pm10: è una cifra che si attesta tra gli 1,5 miliardi di euro e i 2,3.
A cura di Simona Buscaglia
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Nel 2021 l’European Environment Agency (EEA) – l’Agenzia europea dell’ambiente aveva pubblicato una mappa della qualità dell’aria urbana con i valori medi di particolato fine (PM 2,5) del 2019 e 2020 di ben 323 città in Europa. Subito dopo la più inquinata di tutte, ovvero Nowy Sacz, in Polonia, con 27,3 microgrammi/metrocubo, figurava a sorpresa la lombarda Cremona (Italia) con 25,9, seguita da Slavonski Brod (Croazia) con 25,7. Nelle ultime dieci posizioni anche Brescia (24) e Pavia (22,9) tutte giudicate con qualità dell’aria "scarsa". Secondo l'edizione speciale del rapporto "Mal'Aria 2021 – I costi dell'immobilismo", poco cambia, anzi.

Legambiente precisa che sono infatti ben undici le città che ad inizio settembre hanno sforato il limite dei 35 giorni con una media giornaliera superiore a 50microgrammi per metro cubo di Pm10 come previsto dalla legge: la quinta in classifica nazionale è Brescia con 39, prima maglia nera lombarda, seguita da Cremona. Ma il numero di città lombarde rischia di aumentare: a Bergamo siamo già a 31 giorni. Cosa rischia la Lombardia? Andrea Poggio, responsabile della mobilità sostenibile per Legambiente, raggiunto da Fanpage.it, non ha dubbi, bisogna intervenire subito: "Se non si bloccano gli Euro 4 diesel subito come era previsto già per l’ottobre 2020, la Regione Lombardia pagherà una quota significativa, probabilmente circa la metà della multa europea che è una cifra tra 1,5 e 2,3 miliardi – ha precisato – questo perché come Regione abbiamo più abitanti e più città in emergenza aria, cioè oltre i limiti della qualità dell’aria. Chi governa la Regione sta indirettamente multando il suo successore alla guida della Lombardia. Tutto questo per salvare quattro voti in campagna elettorale".

L'inquinamento ci costa tra 1,5 e 2,3 miliardi

Ma andiamo con ordine. Da dove arriva la multa da un miliardo e mezzo? L'Europa imputa all’Italia il mancato rispetto dei limiti normativi previsti dalle Direttiva europea per il Pm10, aspetto per il quale è già stata condannata a novembre scorso, ai quali si aggiungono "due procedure di effrazione, una per gli ossidi di azoto e una per il Pm 2,5, ovvero il cosiddetto particolato fine" aggiunge Poggio. Legambiente però critica la "mancanza di ambizione dei Piani nazionali e regionali e degli Accordi di programma che negli ultimi anni si sono succeduti ma che, nella realtà dei fatti, sono stati puntualmente elusi e aggirati localmente pur di non dover prendere decisioni impopolari". Tra questi Legambiente cita il caso dell’Accordo di bacino padano, stipulato ormai più di 5 anni fa, che "partito debole e poco ambizioso fin dall’origine, è stato puntualmente disatteso a furia di deroghe da parte di Regioni e Comuni che non sono state in grado né di pianificare e realizzare il cambiamento previsto e programmato, né di controllare che le poche misure adottate venissero quantomeno rispettate".

Cosa succederà quindi? Nella relazione agli emendamenti al Fondo Complementare del Pnrr, approvata nella Conferenza delle Regioni del 3 giugno 2021, si legge che: "molto probabilmente l’atto di messa in mora sarà notificato tra la fine dell’anno 2021 e l’inizio del 2022 e avrà quindi come riferimento i dati di qualità dell’aria relativi all’anno 2021 – scrive Legambiente – per ottenere un risultato utile occorre agire con molta sollecitudine assicurando da subito l’entrata in vigore di misure straordinarie. Laddove tali dati non saranno corrispondenti a quanto richiesto dalla direttiva comunitaria la Commissione constaterà la mancata esecuzione della sentenza chiedendo il deferimento alla Corte di Giustizia con conseguente concretizzazione del presupposto per il pagamento della sanzione pecuniaria forfettaria che si stima nell’ordine compreso tra 1,5 e 2,3 miliardi di euro (supponendo un rientro nei limiti nel 2030)".

Cosa sta facendo Regione Lombardia?

Si sta facendo qualcosa per intervenire? Le misure che si sarebbero dovute adottare, e che il governo italiano e le regioni hanno promesso all'Europa per fermare la quantificazione della multa da pagare, secondo il rapporto di Legambiente, sono state in larga parte disattese e quindi "meno cose fai, più multa pagherai" ha aggiunto Poggio. Con la motivazione dell’emergenza sanitaria "è stato rimandato il blocco della circolazione stagionale dell’Euro diesel 4 nelle città con più di 30 mila abitanti, ma sappiamo che la pandemia è una scusa – ha aggiunto Poggio – Nella prima pandemia, in cui i mezzi pubblici risultavano svuotati capisco ci fosse un problema oggettivo, non si sapeva come muoversi ma adesso non è più giustificato perché i mezzi hanno una capienza all'80 per cento e poi perché la contaminazione sappiamo che non avviene in maniera maggiore sul bus. Anzi, alcuni dati francesi parlano di una contaminazione più facile in macchina, perché è uno spazio più piccolo, rispetto al bus, dove tendenzialmente nessuno mette la mascherina. È una scusa per inquinare e noi cittadini siamo beffati due volte: ammalati di Covid e ammalati di inquinamento". Altra misura di cui Poggio chiede conto alla Regione Lombardia è quella "dello spandimento di liquami nei campi, perché non fanno i controlli? L'Emilia Romagna ad esempio dà dei soldi e impone ai Comuni dei controlli". Poi ci sono le misure governative, come le accise dei diesel che "può essere decisa come quota parte anche dalle Regioni, e la Lombardia cosa fa? Si fa dare dallo Stato i soldi per il ricambio delle auto e decide finanziare le auto più inquinanti di tutta Europa, fino a 145 grammi di C02" conclude Poggio. Secondo Legambiente quindi è prevedibile che "l’Italia superi i limiti di qualità dell’aria in diverse città, almeno per quel che riguarda il PM10 giornaliero per il 13esimo anno consecutivo dall’approvazione della Direttiva" e sottolinea come "nella poco dignitosa gara a chi fa di meno, insieme al governo nazionale, trionfa la Regione Lombardia: entrambi con solo il 15 per cento delle azioni completate".

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