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Smantellata organizzazione nazifascista di giovani: nome in codice quello del terrorista “Breivik”

Quattro ventenni sono finiti nel registro degli indagati per aver dato vita alla nuova organizzazione nazifascista A.R. Avanguardia Rivoluzionaria: si ispiravano ai gruppi suprematisti americani incitando alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali. Come nome di battaglia invece utilizzavano quello del terrorista norvegese Breivik. Stavano anche pianificando atti intimidatori. A fermarli ci hanno pensato gli agenti della Digos e i magistrati della Sezione distrettuale antiterrorismo della Procura di Milano.
A cura di Giorgia Venturini
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Puntavano a ricostruire un nuovo ordine mondiale di matrice nazi-fascista. A fermali in tempo ci hanno pensato gli agenti della Digos delle Questura di Milano, coordinati dal capo della Sezione distrettuale antiterrorismo della Procura di Milano Alberto Nobili, che hanno fatto scattare le indagini per quattro ventenni. Autori infatti della visione del nuovo ordine mondiale erano dei giovanissimi che avevano dato vita all'organizzazione clandestina, A.R. Avanguardia Rivoluzionaria.

Il loro modello erano gruppi suprematisti americani

Dalle indagini è emerso che i quattro si ispiravano ai gruppi suprematisti americani perseguitando l'instaurazione di un nuovo ordine mondiale di matrice nazi-fascista e incitando alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali. E ancora: i componenti dell'organizzazione come nomi di battaglia hanno scelto quelli di terroristi divenuti icone di riferimento della galassia neonazista come, ad esempio, quello di Anders Breivik, responsabile dell'eccidio di Utoya nel luglio 2011 in Norvegia.

Dalle parole erano passati a pianificare azioni intimidatorie

In più di un'occasione il gruppo era passato anche all'azione: aveva pianificato azioni violente e programmato azioni intimidatorie per recuperare denaro. Aveva anche tentato di allargare il proprio raggio d'azione attraverso rapporti diretti con altre organizzazioni di estrema destra: stretto era il legame con il sodalizio elvetico "Junge Tat" che un indagato aveva visitato a maggio tanto da rimanendo coinvolto nell'aggressione organizzata da movimenti antifascisti ai danni degli esponenti svizzeri. Ora per i 4 cittadini italiani finiti tra gli indagati sono scattate le misure restrittive: obbligo di dimora aggiunto a quello di presentazione giornaliera presso un ufficio di polizia.

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