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Slitta ancora la perizia sui 400 morti al Pio Albergo Trivulzio durante il Covid: sono passati 4 anni

Slitta per la terza volta la consegna della perizia sugli oltre 400 morti al Pio Albergo Trivulzio durante la prima ondata di Covid. Ormai sono passati 4 anni e familiari delle vittime e imputato aspettano ancora risposte.
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Sono passati oltre quattro anni da quando al Pio Albergo Trivulzio, storica casa di cura per anziani di Milano, si registrano oltre quattrocento decessi in pochi mesi. Era l'inizio della prima ondata del Covid, fra gennaio e aprile del 2020. E da allora i familiari di quelle vittime continuano ad aspettare e sperare di sapere la verità. Una verità che, però, tarda sempre ad arrivare: ora è stata concessa un ulteriore proroga di 40 giorni per la consegna della perizia che deve accertare le "eventuali inosservanze" delle misure di sicurezza e se queste possano aver cagionato la morte di così tante persone.

L'allora direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, oggi commissariato dall'ex prefetto Francesco Paola Tronca, chiamato per gestire un'altra situazione complessa (ovvero quella delle casse semivuote della storica istituzione milanese), è indagato già da aprile del 2020. Le accuse nei suoi confronti sono tutt'altro che di poco conto: omicidio, epidemia colposa e violazione delle regole sulla sicurezza. E anche lui, come i familiari delle vittime, dopo quattro anni attende di sapere l'esito delle indagini.

Certamente non si tratta di indagini facili e questo lo dimostrano anche le alterne vicende giudiziarie. A ottobre del 2021 il sostituto procuratore titolare dell'inchiesta ne aveva chiesto l'archiviazione, sostenendo che i decessi fossero "nella media delle altre residenza sanitarie per anziani". Su spinta anche dell'associazione dei familiari delle vittime, il giudice per le indagini preliminari ha deciso di non accettare la richiesta di archiviazione e chiedere altre indagini.

All'epoca, però, era il 30 giugno del 2022 e ormai sono passati due anni e quelle indagini sono ancora in corso. Non solo continuano a subire slittamenti. Intanto al posto della Gip che aveva respinto l'archiviazione, Alessandra Cecchelli, ne è arrivata un'altra: Marta Pollicino. E quest'ultima nel marzo del 2023 aveva disposto una perizia tecnica che potesse valutare l'esistenza del "nesso di causalità tra i decessi e le infezioni riscontrate tra gli ospiti" e "il personale". In sostanza se quelle morti potessero essere attribuite a una sbagliata gestione dei contagiati.

Per quella perizia è stato anche nominato un pool di esperti, che però – per la terza volta consecutiva – ha chiesto una proroga per il deposito, che a questo punto slitta a metà settembre. Ma se archiviare, come aveva chiesto il pm, poteva essere un'ingiustizia, come sostenevano i familiari delle vittime, di certo continuare a prolungare le indagini non è giustizia. Nè per le vittime, né per gli indagati.

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