Sindaco di Solbiate con Cagno: “Zero fatturato in tre mesi, anch’io ho chiesto il bonus Covid”
"Non aspetto che qualcuno trafughi notizie, né che l’Inps renda noti i nomi, ma preferisco dire subito che, pur essendo sindaco di un piccolo comune, ho chiesto il bonus da 600 euro come libero professionista. E non l’ho fatto per rubare qualcosa, ma per un semplice e chiaro motivo: dopo l’ultima fattura del 26 febbraio, a marzo, aprile e maggio ho fatturato zero con la mia partita Iva". Federico Broggi, sindaco di Solbiate con Cagno, comune di circa 4.000 abitanti in provincia di Como, si è fatto avanti e ha spiegato perché c'è anche lui tra gli amministratori locali che hanno preso il bonus covid. Una "autodenuncia", che segue quella della consigliera comunale milanese Anita Pirovano, per sottolineare come la situazione dei sindaci, assessori e consiglieri comunali sia ben diversa da quella dei deputati che hanno chiesto e ottenuto il sussidio.
Federico Broggi: Il mio lavoro non è quello del sindaco
"Il mio lavoro non è quello del sindaco (tra meno di 4 anni io ho finito), ma quello di fare selezione del personale; anche oggi sto dedicando più tempo al comune che al mio vero lavoro (pensate com’è felice la mia azienda!), perché ogni giorno Regione e Governo emanano norme su norme che poi ci smazziamo noi", spiega il primo cittadino, che è anche segretario provinciale del Pd, in un lungo post su Facebook. "Nonostante il non fatturato di 3 mesi, tra luglio e ottobre ho giustamente versato e verserò quasi 3.000 euro di contributi e tasse (perché a differenza di altri non evado); nonostante tutto ciò, ho continuato a saldare gli impegni presi negli anni precedenti, che, evidentemente, sono stati assunti sulla base delle entrate attese".
"In un anno fatturo meno di quanto guadagna un deputato in un mese"
"Nel 2019 con la mia partita iva ho fatturato, con 9 fatture, 17.100 euro lordi, cioè meno di quanto guadagna un deputato in un mese", spiega Broggi invitando a valutare "il senso di fare questi accostamenti". C'è poi un altro aspetto, quello cioè della differenza di trattamento tra gli amministratori che lavorano come dipendenti e quelli a partita Iva. "Mi si spieghi però perché se un amministratore comunale ha preso la cassa integrazione va bene, mentre se prendi i 600 euro no. Onestamente la differenza fatico a vederla".