Assolto per abusi su hostess, procuratore presenta ricorso: “Senza consenso anche in 20 secondi può esserci violenza”
Il sostituto procuratore generale di Milano, Angelo Renna, ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza del 24 giugno scorso con cui la Corte d'Appello ha confermato l'assoluzione per un sindacalista accusato di violenza sessuale nei confronti di una hostess. I giudici avevano deciso di non condannare l'imputato in quanto quelli messi in atto sarebbero stati "toccamenti repentini" durati meno di 30 secondi e dai quali la presunta vittima avrebbe potuto "sottrarsi". Per Renna, invece, sarebbe sbagliato "far dipendere la sussistenza" della violenza sessuale "dal ‘tempo di reazione'" della vittima, così come stabilire che "un atto sessuale protrattosi per un periodo di tempo pari a 20 o, al massimo, 30 secondi esuli" dalla contestazione di abusi.
La sentenza della Corte d'Appello
Stando a quanto è stato ricostruito nel corso del processo, nel marzo del 2018 l'ormai ex sindacalista si era avvicinato a un'assistente di volo in servizio all'aeroporto di Malpensa che stava sfogliando alcuni documenti nella saletta della sede dell'associazione sindacale. L'uomo le avrebbe messo le mani sulla schiena, l'avrebbe baciata e toccata sulle parti intime. Dopo meno di 30 secondi, la donna lo avrebbe fermato chiedendogli "cosa stesse facendo".
Per i giudici della Corte d'Appello milanese, l'imputato non avrebbe "adoperato alcuna forma di violenza – ancorché si sia trattato, effettivamente, di molestie repentine – tale da porre la persona offesa in una situazione di assoluta impossibilità di sottrarsi alla condotta". Il comportamento del sindacalista, si legge nella sentenza, "non ha vanificato ogni possibile reazione della parte offesa, essendosi protratta per una finestra temporale", "20-30 secondi", che "le avrebbe consentito anche di potersi dileguare". Per questo motivo, l'uomo è stato
Il ricorso del procuratore generale
Secondo il sostituto procuratore generale Renna, però, la Corte milanese avrebbe sbagliato nell'applicare la norma sulla violenza sessuale, "giungendo implicitamente a ritenere del tutto irrilevante la presenza di un dissenso da parte della vittima e la sua valutazione da parte dell'imputato". Nel ricorso con cui chiede di annullare la sentenza, il magistrato sostiene che il considerare il solo "tempo di reazione" contrasterebbe con la più recente giurisprudenza sul "consenso", secondo la quale "è necessario che si abbia la ragionevole certezza che vi sia un consenso pieno, iniziale e permanente".
Inoltre, per il pg Renna la decisione dei giudici avrebbe una "motivazione contraddittoria", perché prima si sostiene che ci sono stati "toccamenti repentini" e poi si dice che "non può sussistere l'ipotesi degli atti sessuali repentini", parlando di quei 20-30 secondi. Infine, secondo il magistrato la Corte non avrebbe considerato in modo adeguato le dichiarazioni fatte dalla presunta vittima.