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Simone Cristinelli, paralizzato a 29 anni dopo l’incidente in moto: “Non perdo la speranza per il futuro”

Simone Cristinelli è paraplegico dal 20 agosto scorso, quando un incidente in moto lo ha paralizzato dal bacino in giù. Pensa ai primi momenti come ai peggiori della sua vita, ma non vuole abbattersi: “solo chi ha una passione e coltiva amici riesce a non mollare e aggrapparsi alla vita”.
A cura di Sara Tirrito
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Simone Cristinelli - Foto da Facebook
Simone Cristinelli – Foto da Facebook

Simone Cristinelli, 29 anni, è rimasto paralizzato dal bacino in giù a causa di un incidente in moto avvenuto in provincia di Bergamo il 20 agosto scorso. Dopo i primi terribili attimi e un'operazione alla colonna vertebrale, adesso sta affrontando un percorso di riabilitazione per recuperare al massimo l'uso degli arti superiori. Sportivo, appassionato di moto, musicista, da un mese la sua vita è cambiata radicalmente. L'ha raccontata a Bergamo news in un video dal letto della clinica in cui si trova per la riabilitazione, a Mozzo, nel bergamasco.

La dinamica dell'incidente e la caduta di schiena

Poche ore prima dell'incidente, il 20 agosto scorso, Simone si trovava nell'azienda di famiglia, che opera nel settore nautico, e stava riparando una barca. Finito il lavoro stava rientrando in moto dal cantiere navale quando ha iniziato a piovigginare. In pochi minuti ha perso il controllo della moto ed è caduto di schiena strisciando per una decina di metri sull'asfalto bagnato. Non indossava protezioni alla schiena e l'impatto è stato forte.

Simone Cristinelli prima dell'incidente - Foto da Facebook
Simone Cristinelli prima dell'incidente – Foto da Facebook

Subito dopo la caduta, le sue gambe non funzionavano più e il corpo non rispondeva ai comandi dal bacino in giù. Il giorno successivo è stato operato alla colonna vertebrale, ricoverato in terapia intensiva e dopo un po' di tempo trasferito in una clinica per la riabilitazione a Mozzo. "Mi sono accorto che ero paralizzato abbastanza presto, quando ero per terra – spiega Simone – all'inizio è stata dura".

Se ripensa a quei momenti rivive il primo incontro con i familiari, quando era ancora per terra: "Ho rovinato la vita a voi e a me", ha detto al fratello e alla cognata. "I primi attimi sono stati la cosa più brutta della mia vita", ammette.

La passione per la musica e la voglia di tornare a suonare

L'incontro con la musica è avvenuto da piccolo, quando alle elementari ha studiato solfeggio e iniziato a suonare il clarinetto nella banda del suo paese, Tavernola.  E della musica è prima di tutto un grande ascoltatore, amante di Adriano Celentano, Franco Battiato, Lucio Battisti, Ivan Graziani.

Pochi mesi fa il direttore della banda gli ha chiesto di suonare il sassofono, che ha imparato da solo. A causa delle fratture riportate nell'incidente, non potrà riprendere subito lo strumento musicale, ma Simone non ha dubbi sul fatto che ci riuscirà di nuovo: "Tornerò a farlo appena mi è possibile", dice

Il suo sorriso è forte ancora adesso. Mentre ripercorre le ore più drammatiche della sua vita e sente il peso dell'incertezza nelle sue condizioni, continua a essere ottimista: "Sto affrontando tutto con forza – dice – Finché starò in ospedale non so come sarà la mia vita fuori, ma mi dispiace aver cambiato la vita degli altri che mi stanno intorno. Sono convinto che con un buon percorso di riabilitazione e anche grazie al fatto che ho tantissime persone che mi vogliono bene fuori riuscirò a superare tutti gli ostacoli, che saranno sicuramente molti".

La forza di Simone e la lezione che ha imparato

Innamorato delle barche oltre che delle moto e della musica, prima dell'incidente era una persona sempre in movimento e circondata dagli affetti. "Mi piaceva andare in palestra, allenarmi con i miei amici, con il mio gruppo – racconta – ero un ragazzo solare, mi piaceva divertirmi con gli amici la sera, come tutti: ero conosciuto come un ‘pazzo'", dice ironicamente e tra virgolette.

Con realismo, oggi sa che quando uscirà dall'ospedale troverà una vita diversa: "La casa andrà adeguata, l'auto andrà cambiata – dice – ma penso che con il tempo riuscirò a superare le difficoltà. Alcune cose non potrò farle, ma potrò farne delle altre e questo mi dà una buona speranza per il futuro".

Se ripensa all'incidente sente di dover fare un appello alla sicurezza "indossate il giubbottino di protezione – dice – può fare la differenza". Più che per se stessi, consiglia di non sottovalutare le conseguenze che un incidente può avere sugli altri: "Pensate sempre alle persone che avete a casa – dice – Anche quando siete in moto da soli, qualcuno a casa che vi vuole bene ce l'avete tutti e quelle persone sono sempre in pensiero per voi quando siete in sella alla vostra moto. State sempre attenti, perché qualcuno vi pensa sempre".

A oltre un mese dall'incidente, due cose positive però sente di doverle trasmettere: "La cosa più fondamentale della vita è avere prima di tutto una passione, che sia il lavoro, un hobby, uno sport: vi aiuterà ad aggrapparvi alla vita". Mentre il suo telefono squilla continuamente per i messaggi degli amici, sente di dovere fare una raccomandazione: "coltivate sempre le amicizie – spiega – Tutte le persone che ho conosciuto nella mia vita e a cui ho lasciato un po' di bene, mi stanno restituendo tutto indietro con gli interessi, e questo mi sta dando una forza incredibile".

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