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Silvio Berlusconi aveva una collezione di 25mila quadri, Sgarbi: “Distruggerla non sarebbe un delitto”

Silvio Berlusconi aveva accumulato in pochi anni 25mila dipinti. L’ex premier li aveva comprati da televendite e mercanti d’arte, pagandoli circa 20 milioni di euro. Secondo Vittorio Sgarbi, però, solo “sei o sette” sarebbero “interessanti” e la distruzione dell’intera collezione “non sarebbe un delitto”.
A cura di Enrico Spaccini
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Tra le eredità che Silvio Berlusconi ha lasciato alla sua morte, ce n'è una che pare nessuno voglia. Si tratta della collezione di circa 25mila dipinti che l'ex presidente del Consiglio aveva stipato in un magazzino di 3.200 metri quadrati vicino alla sua villa di Arcore e che dal 12 giugno scorso, giorno della sua dipartita, sono diventati un problema dei suoi eredi. Secondo Vittorio Sgarbi, che oltre a ricoprire diverse cariche politiche è anche critico d'arte, tra tutti quei dipinti "ce ne saranno sei o sette interessanti", aggiungendo che una loro "distruzione non sarebbe un delitto".

La collezione di dipinti comprati dalle aste in tv

Nel giro di pochi anni, Berlusconi avrebbe speso circa 20 milioni di euro per creare una propria collezione di opere d'arte. Ignorando i consigli dello stesso Sgarbi, che gli suggeriva di concentrare le risorse economiche su pochi pezzi di valore, l'ex premier ha comprato migliaia di dipinti.

Il mercante d'arte Cesare Lampronti, con sede a Londra, è stato in stretto contatto con Berlusconi per tre decenni e alla Bbc ha rivelato il suo essere un acquirente impulsivo: "Gli piaceva comprare ritratti di donne che regalava agli amici", ha detto, "ma più tardi comprava dalle aste televisive e sapeva che quello che stava comprando non aveva valore".

Ecco allora che nella collezione del Cavaliere appaiono dipinti di Madonne, immagini di donne nude e paesaggi urbani di Parigi, Napoli e Venezia. E molti altri, alcuni dei quali comoprati anche da mercanti d'arte napoletani.

La gestione del magazzino

Secondo il quotidiano La Repubblica, la gestione del magazzino che ospita queste opere costerebbe circa 800mila euro all'anno. Parte della collezione starebbe già fronteggiando il pericolo dei parassiti e lo stesso Sgarbi non condanna l'idea della "distruzione" di quelle che chiama "croste".

Ora spetta agli eredi dell'ex premier gestire la situazione e capire cosa fare di una collezione tanto ingombrante quanto di scarso valore. Non è escluso che alla fine si decida di tenerla ancora in piedi, magari sfruttandola allestendo un tour per turisti e curiosi che, invece di ammirare le opere di Tiziano e di Rembrandt custodite nella villa, si accontentano dei quadri comprati dalle televendite.

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