Fontana sulla siccità in Lombardia: “Al momento nessun razionamento dell’acqua potabile”
"Per adesso non si parla ancora di razionamento per usi civili. Al momento la situazione della Lombardia è sotto controllo, stiamo intervenendo per risolvere i problemi degli usi agricoli". L'ha detto Attilio Fontana a Bruxelles, a proposito dell'emergenza idrica che sta mettendo in ginocchio la Lombardia, aggiungendo anche che è in corso un dialogo col Canton Ticino per ottenere un maggiore rilascio di acqua dai bacini idroelettrici.
Agricoltura ed energia elettrica
Un problema che investe l'agricoltura (a proposito, il presidente regionale ha dichiarato che "sono già più di due mesi che ci stiamo lavorando, abbiamo messo in essere alcune iniziative con il mondo dell'agricoltura rinviando per esempio alcune semine per consentire di abbassare il deflusso vitale e far alzare il livello dei laghi per aver acqua disposizione nei momenti più critici") e le centrali termoelettriche sul Po: già la centrale di Sermide, al confine con il Veneto, e parte di quella di Ostiglia nel mantovano sono ferme. Per poter riprendere l’attività, il livello del Po dovrà infatti tornare almeno sopra i cinque metri.
Le rassicurazioni sull'acqua potabile
Per quanto riguarda l‘acqua nelle case, invece, il presidente della Regione Lombardia ha provato a rassicurare i cittadini: "La situazione per l'acqua potabile è ancora sotto controllo": nei grandi centri abitati, infatti, l'acqua viene prelevata dai cosiddetti "pozzi profondi". Intanto, mentre il Governo deve fare tutte le valutazioni del caso, la prossima settimana verranno "rilasciati ogni giorno 4 milioni di metri cubi d'acqua – ha annunciato Fontana – che dovrà essere utilizzata per rialzare minimamente il livello dei laghi e che verrà poi utilizzata per irrigare i campi".
Il razionamento nei piccoli centri abitati
In alcuni comuni lombardi, però, sono già in vigore delle ordinanze comunali (emanate dagli amministratori locali su esortazione di alcune società del servizio idrico) che regolano l'utilizzo di acqua ad uso civile. È il caso di Tradate, in provincia di Varese, e di alcuni paesi della Valtellina: qui, su ordine del sindaco, fino al 31 agosto è vietato riempire piscine, lavare le automobili, innaffiare gli orti nella fascia oraria che va dalle 6 a mezzanotte, pena una multa fino 500 euro. Una misura necessaria, dal momento che in queste realtà l'acqua inizia a scarseggiare – al punto che in alcune case, ai piani alti, esce solo un filo d'acqua dai rubinetti.