“Siamo stati inseguiti da un uomo con una spranga”, ma è solo un modo per saltare la scuola
A San Fermo della Battaglia, in provincia di Como, era iniziata una caccia all'uomo per scovare il malintenzionato che era stato visto aggirarsi intorno alle scuole brandendo una spranga. Ma, dopo l'intervento dei poliziotti, dell'uomo armato non c'era alcuna traccia.
Due ragazzini inseguiti da un uomo armato di spranga
La segnalazione era arrivata al comando della Polizia Locale di San Fermo da un genitore, allertato dal figlio che aveva riferito di essere stato inseguito da un uomo incappucciato con in mano una spranga mentre stava andando a scuola insieme a un amico. La voce si era rapidamente diffusa nel paese generando molta preoccupazione.
Due volanti erano state immediatamente inviate a pattugliare la zona dove si trovano la scuola dell'infanzia, la primaria e la media. Gli agenti però, dopo un'accurata perlustrazione, hanno riferito alla centrale di non aver trovato nessuno. Intanto, nell'ufficio di piazza XXVII Maggio, la Polizia Locale ha scandagliato le 150 telecamere di sorveglianza presenti in paese, nel tentativo di recuperare qualche elemento utile.
Era solo una scusa per saltare le lezioni
"Dalle risultanze delle indagini si vedono i ragazzi che fanno il percorso riferito ai genitori nella zona della scuola, ma non incrociano nessuno, né tanto meno sono inseguiti – ha spiegato a La Provincia di Como il comandante della Polizia Locale Francesco Leanza –. dalle registrazioni delle telecamere riusciamo a seguire il percorso fatto dai ragazzini che avrebbero dovuto entrare a scuola alla seconda ora, ma che invece sono andati verso l'ospedale e da lì poi in territorio di Como".
Gli agenti hanno quindi concluso che l'uomo con la spranga era solo una scusa accampata dai due ragazzini per non essere entrati a scuola. Una bugia che si è ingigantita seminando il panico tra i genitori e arrivando a mobilitare anche le Forze dell'Ordine.
"Purtroppo situazioni di questo tipo, se mal controllate a livello di informazione fanno scattare un infondato allarmismo – prosegue il comandante Leanza – di concerto con la Questura, con la dirigente scolastica e con il sindaco si vorrebbero proporre degli incontri con funzionari della questura che spieghino ai ragazzi perché attivare le forze dell'ordine senza che ce ne sia motivo reale sia un'azione da non compiere. Innanzitutto le due pattuglie sono uscite a vuoto, distraendo le forze da eventuali altre situazioni di reale necessità, in secondo luogo il procurato allarme è un reato".