Siamo stati a una cena a base di insetti, le testimonianze: “Sono buoni, croccanti, sembrano patatine”
Aperitivo, antipasto, primo, secondo e dolce con un ingrediente speciale (ma non segreto): gli insetti. "Abbiamo i grilli della specie Acheta domestica, le camole della farina, la locusta migratoria e il cosiddetto ‘caimano', che è la larva dello Zophobas morio".
A illustrare il menu sono due giovani donne milanesi: Giulia Maffei e Giulia Tacchini. A loro, qualche anno fa, è venuta l'idea di mettere gli insetti nel piatto e inserirli stabilmente nella propria alimentazione.
"Lo spunto – spiegano a Fanpage.it – nasce dalla nostra esperienza universitaria, sebbene proveniamo da percorsi accademici differenti".
Giulia Tacchini è laureata in design del prodotto, mentre Giulia Maffei è invece biologa e divulgatrice scientifica. Il loro incontro e l'interesse comune per il tema della tutela ambientale le ha portate a fondare l'associazione Entonote, con l'obiettivo, affermano, "di informare il pubblico sul valore dell’insetto commestibile come alimento sano e sostenibile".
Una cena a base di insetti
"Il nostro tratto distintivo – spiega Giulia Tacchini – sono le Entoexperience, momenti conviviali, prevalentemente cene, in cui proponiamo un intero menu a base di insetti. All'inizio non si vedono, poi diventano sempre più evidenti, fino a essere serviti interi nel piatto".
Fanpage.it è stata a una di queste cene per osservare le reazioni dei commensali. "È solo un retaggio mentale – dice una signora dopo aver assaggiato la prima portata -. Perché se li mangi non sapendo che sono insetti non c'è nulla da dire: sono buoni".
"Sanno di patatine – il commento di un bimbo e di un ragazzino -, sono saporiti e croccanti".
Qualcuno è titubante, altri curiosi e avventurosi, altri ancora hanno già provato l'esperienza all'estero: "In Italia però – nota un signore – non avevo ancora avuto modo di mangiarli, qui non si trovano facilmente".
Perché mangiare insetti
"Per quello che è stato scoperto fino ad oggi – spiega Giulia Maffei – gli insetti sono estremamente nutrienti e completi. Hanno un apporto proteico che contiene tutti gli amminoacidi essenziali e sono molto ricchi di grassi insaturi, di calcio, di ferro e anche di vitamina B12".
"Inoltre – aggiunge – sono sostenibili perché consumano poco, viste le loro dimensioni, e non hanno praticamente scarti, vengono cucinati quelli presi da allevamenti e quindi non modificano la biodiversità. Per questo possono essere una valida alternativa alla carne, anche se naturalmente non l'unica".
La produzione e la commercializzazione di insetti come cibo in Europa è disciplinata dalla cosiddetta legislazione sui "novel food" (nuovi alimenti), ai sensi della quale le aziende produttrici di insetti devono ricevere l'autorizzazione dalla Commissione europea. Ad oggi è stato scientificamente dimostrato che nel mondo sono consumate, quindi possono essere considerate edibili, circa 1.900 specie.
Il problema principale, per ora, resta la difficoltà di reperimento e quindi il costo elevato, seppure in diminuzione rispetto al passato: "Qualche anno fa – conferma Maffei – un chilo di farina di grillo arrivava a costare 100 euro. Oggi siamo scesi a 80 euro, ma per arrivare a prezzi sostenibili dovrà ampliarsi il mercato".