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Si schianta contro il cannone sparaneve sulla pista da sci, archiviati 4 dei 5 indagati per omicidio colposo

La Procura di Sondrio ha chiesto e ottenuto l’archiviazione di 4 dei 5 indagati per la morte di Giovanni Pieroni. Il 29enne era deceduto il 7 gennaio 2023 dopo essersi schiantato con gli sci contro un cannone sparaneve sull’Aprica.
A cura di Enrico Spaccini
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È stato archiviato il procedimento a carico di quattro dei cinque indagati per la morte di Giovanni Pieroni. L'architetto 29enne originario di La Spezia aveva perso la vita il 7 gennaio dell'anno scorso in seguito a un incidente avvenuto sull'Aprica, in Valtellina (in provincia di Sondrio). Durante una discesa con gli sci, Pieroni andò a sbattere contro un cannone sparaneve posizionato a lato del tracciato. La pm della Procura di Sondrio, Chiara Costagliola, ha chiesto e ottenuto dal gip Antonio De Rosa l'archiviazione per il presidente della società che gestisce gli impianti di risalita, Domenico Cioccarelli, il vice presidente, il caposervizio e un consigliere del cda dell'azienda. Rimane indagato, con l'ipotesi di reato di omicidio colposo, Giangusto Corvi, direttore della pista.

L'incidente lungo la Magnolta Inferiore

Stando a quanto ricostruito dalle indagini, Pieroni, in vacanza con la famiglia, stava scendendo con gli sci lungo la pista nera Magnolta Inferiore. Ad un certo punto, però, è finito contro un cannone sparaneve piazzato a lato del tracciato. L'impatto è stato così violento che il rumore ha attirato l'attenzione di tutti i presenti.

I sanitari di Areu hanno provato a soccorrerlo, ma le sue condizioni erano disperate. L'architetto 29enne è deceduto prima ancora di arrivare in ospedale. L'autopsia ha stabilito che il trauma toracico riportato nello schianto è stata la causa della morte.

Le indagini della Procura di Sondrio

La Procura di Sondrio ha aperto sul caso un fascicolo per omicidio colposo. All'inizio a carico di ignoti, poi vennero iscritti nel registro degli indagati cinque nomi.

Ora la pm Costagliola ha chiesto e ottenuto dal gip l'archiviazione del procedimento a carico dei dirigenti e funzionari della società Sitas che gestisce gli impianti di risalita, mentre rimangono le accuse nei confronti di Giangusto Corvi, direttore della pista. Per lui, la Procura potrebbe richiedere presto il rinvio a giudizio.

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