Si schianta contro il cannone sparaneve, sono 5 gli indagati per la morte di Giovanni Pieroni
Stava scendendo lungo la pista nera Magnolta Inferiore ad Aprica (Sondrio) quando ha perso il controllo degli sci. In un attimo, l'architetto spezzino 29enne Giovanni Pieroni finisce contro un cannone sparaneve. Lo schianto è così violento che il rumore che genera fa voltare i suoi genitori, Clara e Roberto, e l'amico che lo precedevano lungo la discesa. Le sue condizione sono apparse subito gravissime e proprio mentre l'elicottero di Areu lo stava portando in ospedale, Pieroni è deceduto.
Sull'incidente, avvenuto lo scorso 7 gennaio, la Procura di Sondrio ha aperto un'inchiesta che al momento vede iscritti nel registro degli indagati cinque nomi: il presidente del CdA della Nuova Sita, Domenico Cioccarelli, il direttore delle pista da sci, Giangusto Corvi, e tre componenti dell'organigramma societario addetti alla sicurezza.
"Fosse uscito due metri sopra, sarebbe finito contro una pianta"
I primi a soccorrerlo furono gli agenti della polizia della Questura di Sondrio in servizio nella ski-area con il personale degli impianti. Poco dopo sono arrivati anche i sanitari dell'Agenzia regionale emergenza urgenza che hanno provato a stabilizzarlo sul posto. Caricato nell'elicottero, Pieroni è morto prima di raggiungere l'ospedale.
L'autopsia, alla quale erano presenti anche i periti nominati dagli indagati Corvi e Cioccarelli, ha rivelato come il trauma toracico che aveva riportato nello schianto non gli ha lasciato alcuna speranza. "Fosse uscito appena due metri sopra, rispetto al punto in cui è sbandato, una volta perso il controllo degli sci sarebbe finito contro una pianta e non contro il cannone", ha commentato il direttore delle piste Corvi, "peraltro regolarmente protetto da appositi materassini".
In un primo momento la Procura di Sondrio aveva aperto un'inchiesta, coordinata dal magistrato Marialina Contaldo, a carico di ignoti e posto sotto sequestro sia il cannone sparaneve contro il quale Pieroni era andato a sbattere e la pista dove stava sciando. Negli ultimi giorni, però, con l'ipotesi di reato di omicidio colposo sono stati iscritti nel registro degli indagati i nomi di Giangusto Corvi e di Domenico Cioccarelli, quest'ultimo presidente del CdA della Nuova Sita, società nata da poco per raggruppare i gestori degli impianti di risalita.