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Si schianta con l’auto a 150 km/h nel lecchese, muore l’amica 13enne: cosa rischia il conducente

È indagato per omicidio stradale il 22enne si è schiantato con la Bmw mentre correva a 150 km/h nel lecchese. La 13enne che era a bordo è morta dopo sei giorni di ricovero per un trauma cranico. Il ragazzo rischia ora la reclusione fino a sette anni.
Intervista a Paolo di Fresco
Avvocato penalista del Foro di Milano
A cura di Alice De Luca
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È indagato per omicidio stradale il 22enne che la sera del 10 gennaio si è schiantato con l'auto ad Abbadia Lariana, in provincia di Lecco, dopo una corsa a 150 chilometri orari sulla strada provinciale 72. A bordo della macchina, una Bmw, c'erano anche un ragazzo di 19 anni, rimasto illeso, e una 13enne che, dopo sei giorni di ricovero nel reparto di Neurorianimazione, il 16 gennaio è morta all'ospedale Manzoni di Lecco.

Stando alle prime ricostruzioni, i tre ragazzi avevano trascorso la serata insieme e stavano andando a Lecco proprio per riaccompagnare la 13enne. Erano circa le 5:00 del mattino quando il 22enne, che viaggiava a circa 150 chilometri orari, poco prima del tunnel di innesto alla statale 36, ha perso il controllo della Bmw e dopo un testacoda è finito contro i parapetti in cemento ai lati della carreggiata. La corsa spericolata dell'automobile è anche stata immortalata in un video pubblicato su tiktok dal 19enne, seduto nel lato del passeggero.

Mentre i due ragazzi sono usciti pressoché illesi dall'incidente, la 13enne, che dormiva nei sedili posteriori, è stata subito portata in gravi condizioni all'ospedale Manzoni di Lecco ed è morta dopo sei giorni di ricovero per un trauma cranico. Nell'automobile sono state trovate bottiglie di alcolici e il conducente, portato in ospedale, ha cercato di scappare per evitare di sottoporsi all'alcol test.

Dopo la morte della ragazza, il 22enne risulta indagato per omicidio stradale. Paolo di Fresco, avvocato penalista del Foro di Milano, ha spiegato a Fanpage.it cosa rischia il conducente.

Il conducente dell’auto è indagato per omicidio stradale, che cosa rischia? 
L’omicidio stradale è un reato grave, che si configura quando si provoca colposamente la morte di una persona violando le norme che regolano la circolazione stradale. La pena prevista dall’art. 589 bis c.p. è quella della reclusione da due a sette anni. Nel caso specifico, sembra che il ventiduenne alla guida dell’autovettura sfrecciasse a grande velocità su una strada provinciale. Tuttavia, la pena va dagli otto ai dodici quando il conducente che provoca l’incidente mortale si ponga alla guida sotto l’influenza dell’alcol (con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro).

Il 22enne ha cercato di scappare per sottrarsi all’alcol test: come si procede in questi casi?
Nel caso in cui la persona interessata si rifiuti di sottoporsi agli accertamenti necessari, il pubblico ministero potrà disporre con decreto motivato un prelievo ematico coattivo: anche se, devo aggiungere, si tratta di una prassi controversa sotto il profilo giuridico.

Il fatto che la vittima fosse minorenne aggrava la posizione del conducente?
Per il fatto che la vittima fosse minorenne non è prevista un’aggravante specifica.

L’automobile non era di proprietà del 22enne ma del 19enne che gliel’ha prestata. Rischia qualcosa l’amico?
La responsabilità penale è personale e, dunque, l’amico che ha prestato l’auto non corre alcun rischio di natura penale. Dal momento che è estraneo al reato, gli verrà anche restituita l’auto provvisoriamente sottoposta a sequestro.

Potrebbero esserci delle ripercussioni anche sul 19enne che, seduto nel sedile del passeggero, ha registrato un video su tik tok della corsa ad alta velocità prima dello schianto?
Non escluderei che al giovane che ha girato e pubblicato il video sia contestata la cooperazione nel delitto colposo (art. 113 c.p.), che estende la responsabilità del reato colposo a chi contribuisca ad aggravare una situazione rischiosa attraverso un’adesione intenzionale all’altrui comportamento imprudente. Insomma, riprendendo la folle corsa in auto, il giovane potrebbe avere in qualche modo consapevolmente incitato l’amico a guidare in modo sconsiderato. Paradossalmente, comunque, il video in questione potrebbe rivelarsi utile per ricostruire la dinamica della vicenda.

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