Si schianta con la moto contro una rotonda mentre va al lavoro, è morto il 23enne Christian Chesa
Un 23enne di Mozzanica (in provincia di Bergamo) è morto nella giornata di ieri, giovedì 12 ottobre, in seguito a un incidente con la sua motocicletta. Christian Chessa, questo il nome del ragazzo, stava andando al lavoro in sella a una Kawasaki Ninja 600 presso lo stabilimento Same quando si è schiantato contro il jersey della nuova rotonda di fronte all'ospedale di Treviglio. Le sue condizioni sono apparse subito gravi ed è deceduto all'ospedale Papa Giovanni XXIII durante un delicato intervento chirurgico.
L'incidente davanti all'ospedale di Treviglio
Erano circa le 5:45 di giovedì mattina quando, una volta superato il cavalcavia che supera la Brebemi e Tav, Chessa ha percorso il rettilineo che porta alla nuova rotonda di Treviglio a forma di otto. Dai rilievi effettuati dalla polizia stradale, è emerso come il 23enne abbia tentato di frenare, non riuscendo però a evitare l'impatto con il jersey in cemento alto poco meno di un metro che delimita un'aiuola.
Lo schianto ha portato all'abbattimento della barriera, mentre Chessa e la sua Kawasaki sono rimbalzati in mezzo alla carreggiata. All'arrivo dei soccorsi, il 23enne era privo di conoscenza e le sue condizioni sono apparse subito gravi.
La morte in ospedale e i dubbi sulla dinamica
Il giovane operaio era stato trasportato d'urgenza al pronto soccorso del vicino ospedale trevigliese, ma vista la gravità delle sue condizioni è stato trasferito poco dopo al Papa Giovanni di Bergamo. Lì è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico, durante il quale è deceduto.
La rotonda in cui si è verificato l'incidente è stata aperta al traffico solo da pochi giorni. È ancora attiva un'area di lavoro, che è indicata agli automobilisti con segnaletiche gialle di precedenza, lampeggianti e cartelli del limite di velocità di 30 chilometri orari. Alcuni passanti, però, hanno sollevato alcuni dubbi circa l'illuminazione. Chi lavora al cantiere sostiene che i lampeggianti erano regolarmente in funzione, mentre la torre faro era stata spenta perché alcuni passanti si erano lamentati dicendo che fosse eccessivamente abbagliante.
"Voglio che mio figlio non sia morto invano"
"Voglio solo che mio figlio non sia morto invano, e non voglio sentire che qualcuno si inventi storie", ha dichiarato Simona, la mamma di Christian, che ha raccontato a BergamoNews di essere stata a quella rotonda dopo l'incidente del figlio: "Ho visto che stavano spostando il cantiere e che finalmente stanno mettendo i fari". Poi un ricordo del 23enne: "Era un bravo ragazzo, lavorava da quando aveva 18 anni. Non è giusto".