Si ribalta con il suv lungo l’autostrada del Sole e muore: a bordo aveva il bottino di una rapina

Un 38enne è morto lo scorso 20 ottobre dopo essersi ribaltato con il suo suv lungo l'autostrada del Sole, all'altezza di Modena. Stava viaggiando ad alta velocità quando, dopo aver sbandato, è finito contro il guardrail ribaltandosi. Solo dai successivi accertamenti si è scoperto che quello Stelvio Quadrifoglio era stato rubato e la targa era clonata. All'interno dell'auto c'erano contanti e stupefacenti e il 38enne morto era Samir, uno dei cinque componenti della banda che in due settimane hanno messo a segno almeno 17 colpi tra Milano, Monza e Varese.
L'organizzazione della banda
Gli altri quattro complici sono stati fermati nella giornata di ieri, martedì 5 dicembre, dagli agenti della seconda sezione della squadra Mobile guidati da Marco Calì e Giovanni Calagna e coordinati dal pm Milda Milli e dall'aggiunto Laura Pedio. Si tratta del 41enne Andrea "Bledi" Alija, il 34enne Ermal Damzi, il 30enne Kristian "Kristi" Filopati e il 32enne Sajmir "Miri" Damzi. Tutti di nazionalità albanese, gli vengono contestati 17 colpi ma secondo gli investigatori sarebbero molti di più.
La pianificazione delle loro serate era stata studiata a tavolino nei minimi dettagli. Come riportato dal Corriere della Sera, ognuno aveva un compito preciso da svolgere e ogni sera si incontravano a Varedo, in Brianza. Nessuno di loro usava cellulari per comunicare, ma solo walkie-talkie. Dopodiché salivano a bordo dell'Audi Rs3, rubata, e partivano per le loro perlustrazioni.
Le perlustrazioni con l'Audi Rs3 e il rientro a casa per le 23
La banda prendeva anche numerosi accorgimenti per non farsi rintracciare: ogni settimana veniva controllata l'Audi da cima a fondo per vedere se ci fosse qualche cimice piazzata, la targa dell'auto veniva cambiata spesso (sempre con altre clonate) così come il garage dove la custodivano.
Una volta scelta la zona in cui colpire, i cinque puntavano gli appartamenti dove le luci erano già spente. Preso quanti più oggetti di valore possibile, rientravano a casa e lo facevano sempre entro le 23. Miri, il leader del gruppo, doveva farsi trovare per quell'ora per il controllo legato all'affidamento in prova.