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Si fingeva ragazza su Instagram per farsi inviare video hot: in un anno ricatti per 120mila euro

Un uomo di 30 anni si fingeva ragazza su Instagram per farsi mandare video espliciti. In un anno ha ricattato almeno sette persone per un totale di 120mila euro, come hanno accertato i carabinieri del Bresciano.
A cura di Enrico Spaccini
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Si presentava su Instagram come una ragazza desiderosa di fare nuove conoscenze. In realtà, era solo un profilo di copertura che un 30enne ivoriano residente nel veronese usava per ricattare i malcapitati. Si faceva mandare foto e video sessualmente espliciti per poi minacciare una loro pubblicazione sui social. Sono sette le vittime accertate dai carabinieri di Salò e Limone sul Garda, provenienti da tutta Italia e dai quali l'uomo è riuscito a estorcere 120mila euro in poco meno di un anno. Ora in carcere, è accusato di estorsione aggravata e diffusione di materiale sessualmente esplicito.

Profilo deepfake

Il primo a denunciare è stato un ragazzo residente nelle zone del Garda. Era l'autunno del 2021 quando è andato dai carabinieri. Ha raccontato come tutto iniziava da una richiesta d'amicizia su Instagram. La foto del profilo era quella di una ragazza, ma in realtà era stata creata grazie ad applicazioni per deepfake. La vittima, ignara di chi si nascondeva dietro quell'account, iniziava a scambiare messaggi con la ragazza al punto da instaurare una relazione virtuale. Così il 30enne riusciva a farsi mandare foto e video erotici. Qui partiva il ricatto: o paghi o quel materiale verrà pubblicato su tutti i social.

Anche a rate

La cifra richiesta non era standard, anzi variava a seconda delle presunte disponibilità economiche del malcapitato. Dai 100 ai 2mila euro, pagabili anche a rate. Al ragazzo che ha sporto per primo la denuncia nell'autunno del 2021 erano stati chiesti 700 euro da versare in una carta ricaricabile Postepay. Le indagini hanno permesso di bloccare subito la carta, recuperare il denaro e restituirlo alla vittima. Poi, ottenuto l'estratto conto, i carabinieri sono riusciti a individuare altri sei uomini che avevano effettuato il pagamento e due complici del ricattatore. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, sarebbero molte di più le persone che hanno ceduto ai ricatti del 30enne, ma che per la vergogna non sono riusciti a denunciare.

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