Si fa togliere il secondo nome ‘Benito’ dalla Prefettura: “Non l’ho mai usato per l’imbarazzo”
Un 59enne residente a Desenzano del Garda, sulla sponda bresciana del lago, ha chiesto alla Prefettura di poter cambiare il proprio nome da ‘Antonio Benito' a semplicemente ‘Antonio'. Una richiesta mossa da ragioni "pratiche" e per altre di "natura familiare", oltre che per "evidenti ragioni di imbarazzo stante la chiara connotazione politica". L'istanza è stata valutata dalle autorità provinciali che, infine, hanno deciso autorizzare.
Il doppio nome nei documenti
Come si può leggere tra gli atti pubblicati a maggio nell'Albo Pretorio del Comune di Desenzano del Garda, l'istanza è stata avanzata lo scorso febbraio dal 59enne, assistito dal suo avvocato, e autorizzata ad aprile. La domanda presentata dal ‘signor Antonio' spiega anche i motivi per i quali ha deciso di abbandonare quel secondo nome tanto scomodo quanto, per lui, inutile.
A cominciare dal fatto che nonostante in sede anagrafica gli venne attribuito il nome ‘Antonio Benito', il suo codice fiscale non ne presenta traccia. La maggior parte dei documenti, poi, presentano solo il primo, nonostante fosse un "nome composto".
La storia familiare e "l'imbarazzo"
L'istanza inviata alla Prefettura di Brescia specifica come il nome ‘Antonio Benito' di fatto non sia mai stato utilizzato "anche per evidenti ragioni di imbarazzo stante la chiara connotazione politica". E questo, precisa il documento, è valso sin dalle scuole elementari dove anche i registri lo appellavano solo come ‘Antonio'.
Quel doppio nome così ingombrante era stato voluto dal nonno materno, racconta il 59enne, in ricordo di suo padre morto pochi mesi prima della sua nascita. Tuttavia, proprio perché orfano di padre, ‘Antonio' ha chiesto non solo che gli venisse tolto il secondo nome ‘Benito', ma anche che gli si aggiungesse il cognome materno, ovvero quello della famiglia che lo ha cresciuto. Entrambe le richieste sono state approvate dalla Prefettura di Brescia.