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Omicidio Sharon Verzeni

Sharon Verzeni non ha avuto neanche il tempo di difendersi o gridare per chiedere aiuto

Dall’autopsia sul corpo di Sharon Verzeni emergono nuovi dettagli utili a ricostruire la dinamica del delitto: la 33enne non ha fatto in tempo a difendersi né a gridare.
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Emergono nuovi dettagli sull'esito dell'autopsia di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa lo scorso 30 luglio a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo. Se, infatti, da un lato le indagini sembrano essere a un punto morto, nonostante il grande sforzo degli investigatori del comando provinciale di Bergamo, che stanno continuando a interrogare e rinterooggare tutti i familiari della ragazza per provare a trovare uno spunto investigativo (al momento assente), dall'altro il medico legale Matteo Marchesi sta fornendo importanti rivelazioni sulla dinamica dell'omicidio.

Già nella giornata di ieri, mercoledì 21 agosto, era infatti emerso che Sharon Verzeni sia stata colpita con un coltello da cucina con una solo lama e che l'aggressione sia avvenuta in modo molto rapido e veloce. Questo confermerebbe la determinazione (e, forse, anche la premeditazione) dell'assassino, che già aveva in mente come agire. D'altronde che l'assassino, chiunque egli sia, avesse studiato il delitto da compiere è una circostanza che sembra essere confermata anche dal fatto che nessuna della cinquanta telecamere presenti in zona lo abbia ripreso.

Secondo fonti investigative, i nuovi esiti dell'autopsia metterebbero anche in luce che l'aggressione sia stata talmente veloce e improvvisa che la povera Sharon non avrebbe fatto neanche in tempo a gridare per lo spavento o per chiedere aiuto. E questo conterebbe ancora una volta la premeditazione dell'omicidio: chi l'ha colpita sapeva su quali parti del suo corpo accanirsi con la lama per evitare che potesse gridare. Non solo: l'ha accoltellata talmente velocemente che lei, probabilmente, non ha avuto né tempo né modo di fare nulla.

Inoltre dall'esame autoptico sembrerebbe che Sharon non si sia difesa, ovvero che non ci sia stata alcuna colluttazione prima dell'aggressione: questo vuol dire che difficilmente si sia trattato di un litigio finito in tragedia. In tal caso, infatti, più probabilmente ci sarebbe stato uno scontro prima delle coltellate. Ma metterebbe anche in dubbio che la ragazza si sia effettivamente incontrata con chi, poi, l'ha uccisa.

Certo, resta da capire perché Sharon è uscita di casa a quell'ora, visto che anche nell'interrogatorio di ieri i familiari continuano a dire che non era una sua abitudine. Anche se il compagno sostiene che, invece, lo facesse per combattere il caldo e per mettersi in forma in previsione di un'eventuale matrimonio nel 2025 (benché – è bene ricordarlo – non fosse ancora stata fissata alcune data). Ma il dubbio che invece sia stata attirata in una trappola ancora persiste.

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