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Sharon, la bimba di 18 mesi morta: il presunto omicida non risponde alle domande del giudice

Durante il primo interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari si è avvalso della facoltà di non rispondere Gabriel Robert Marincat, il ragazzo di 25 anni accusato di aver abusato e picchiato fino ad uccidere lo scorso 11 gennaio la piccola Sharon di appena 18 mesi a Cabiate, in provincia di Como. Intanto gli investigatori hanno sequestrato il cellulare del 25enne per capire se alcuni messaggi possono contenere informazioni utili alle indagini.
A cura di Giorgia Venturini
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Si è avvalso della facoltà di non rispondere Gabriel Robert Marincat durante il suo primo interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Andrea Giudici. Lo precisa a Fanpage.it il legale difensore Stefano Plenzick del ragazzo di 25 anni accusato di aver abusato e picchiato fino ad uccidere lo scorso 11 gennaio la piccola Sharon di appena 18 mesi a Cabiate, in provincia di Como. L'interrogatorio si è tenuto questo pomeriggio alle 15 in Procura a Como, nella stessa città in cui il 25enne è detenuto nella casa circondariale: le manette erano scattate dopo che l'autopsia sul corpo della bambina aveva rivelato segni di maltrattamenti e abusi sessuali smontando quanto invece Gabriel Marincat aveva raccontato alla compagna, ovvero che la piccola era stata colpita alla testa da una stufetta mentre stava giocando. Ora i carabinieri di Cantù e gli inquirenti stanno cercando di ricostruire quanto successo: certo è che fino ad oggi l'unico nome scritto sulla lista degli indagati è quello del 25enne. La magistratura ha sentito anche la madre della piccola, una ragazza di 24 anni, e la madre del ragazzo, come persone informate sui fatti.

Sotto esame il cellulare del presunto omicida

A disposizione degli inquirenti ci sono i messaggi che la coppia sia si è scambiata via cellulare l'11 gennaio, in cui il 25enne racconta quanto successo alla compagna. Resta da capire se altri messaggi possono fornire informazioni e dettagli utili alle indagini. Certo fino ad ora è quanto emerso dalle dichiarazioni del giudice per le indagini preliminari che ha parlato di un "contesto di assoluto orrore". Tra le altre certezze c'è anche quella che la piccola Sharon sia stata ripetutamente picchiata anche nei giorni precedenti il tragico pomeriggio.

Il 25enne è stato arrestato mentre si trovava a casa della madre

Nell'attesa che la giustizia faccia il suo corso, sono due le comunità rimaste scioccate dopo aver saputo della notizia. Quella di Cabiate, dove si sarebbe svolto il presunto omicidio, e quella di Lentate sul Seveso, il paese vicino in provincia di Monza e Brianza, dove il 25enne è stato arrestato mentre si trovava a casa della madre. "Non frequentava la vita di paese e quindi la nostra comunità – spiega a Fanpage.it la sindaca di Lentate Laura Ferrari -. Non faceva parte di nessuna associazione e né lui né la sua famiglia erano noti ai servizi sociali del Comune". E poi aggiunge: "Chi però lo ha conosciuto, così mi hanno riferito, è rimasto scioccato. I suoi conoscenti e amici non potevano immaginare tutto questo, anche perché lo avevano visto con la piccola senza mai suscitare alcun sospetto. Speriamo ora nella giustizia". La famiglia non era nota neanche ai servizi sociali del piccolo comune in provincia di Como.

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