Shalom, nuova interrogazione Pd dopo inchiesta di Fanpage.it: “Clima di terrore che lascia sconcertati”
Nella giornata di oggi, mercoledì 24 gennaio, i deputati del partito Democratico Marco Furfaro, Gian Antonio Girelli, Ilenia Malavasi, Paolo Ciani e Nicola Stumpo hanno presentato un'interrogazione parlamentare in cui chiedono al ministro della Salute delucidazioni su quanto emerso nell'inchiesta di Fanpage.it sulla comunità di recupero Shalom, gestita da Rosalina Ravasio e che si trova a Palazzolo Sull'Oglio (Brescia).
Nell'inchiesta diversi ex ospiti, con problemi di tossicodipendenza, disturbi alimentari e comportamentali, avevano denunciato violenze fisiche e psicologiche, abuso di psicofarmaci e personale non formato. Lungo il testo dell'interrogazione, i deputati chiedono al ministro se fosse a conoscenza di quanto mostrato: "Dal filmato si evince un clima di terrore, un metodo che alle preghiere unisce metodi terapeutici che lasciano quanto meno sconcertati, fatti di violenza fisica e psichica, di botte e soprusi verso ragazzi in grave difficoltà", si legge.
E ancora: "Come si vede dal reportage la comunità è strutturata come un carcere, con sbarre alle finestre, recinzioni alte 3 metri, appello ogni due ore, divieto di uso dei telefonini e di altri strumenti tecnologici e all'ingresso agli ospiti viene effettuata una perquisizione corporale".
I firmatari pongono poi l'accento sui metodi utilizzati su queste persone fragili, tra questi la terapia della fede o il metodo della carriola che consisteva nel "girare in tondo con una carriola piena di sassi anche per 8 o 9 ore in un giorno mentre un'altra persona sorveglia oppure lavorare anche tutta la notte in un laboratorio per manufatti di una ditta esterna che poi paga la comunità per il lavoro svolto".
"Come affermato dallo psichiatra Leonardo Mendolicchio presente in studio – si legge ancora nell'interrogazione – non hanno nulla di terapeutico e di psichiatrico. La comunità finge di offrire ospitalità a persone disagiate ma all'interno produce delle dinamiche orrende di violenze e di segregazione".
Altro punto sul quale è richiesta attenzione è la somministrazione di psicofarmaci: "Il metodo proposto per curare ogni tipo di problematica è la «cristoterapia», la terapia della fede che consiste nel salmodiare continuo associata alla somministrazione di psicofarmaci da parte di operatori non sanitari ma dai cosiddetti «vecchi», ovvero dai pazienti più anziani della comunità".
In conclusione, i deputati chiedono: "Nonostante le tante denunce fino ad ora fatte il processo che ne è seguito ha visto assolti i responsabili della comunità: se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda adottare iniziative normative volte a prevenire e contrastare situazioni di tale gravità". Una domanda alla quale il ministro risponderà durante il Question Time di oggi alla Camera dei Deputati.
Le inchieste di Fanpage.it e il processo che coinvolse Shalom
La comunità Shalom è stata al centro di un'inchiesta svolta dal team Backstair di Fanpage.it. Nei filmati, molti ex ospiti hanno denunciato violenze fisiche e psicologiche. Hanno raccontato come in questa sorta di cittadella, che si sviluppa a Palozzolo sull'Oglio, vengano accolti non solo tossicodipendenti, ma anche persone con disturbi alimentari, psichiatrici e con problemi comportamentali.
Nelle puntate pubblicate da Fanpage.it, è stato mostrato come il metodo utilizzato fosse quello della cristoterapia alternato a punizioni come la "carriola" o ancora lavorare nei laboratori. Molti ex ospiti hanno inoltre denunciato di aver ricevuto violenze fisiche dai cosiddetti vecchi, anche loro ospiti che vivono in comunità da diversi anni.
Gli ex ospiti hanno raccontato inoltre che la somministrazione dei farmaci sarebbe stata affidata sempre ad alcuni vecchi: non sarebbe stata controllata da alcune persona formata.
Con l'inchiesta di Fanpage.it, non è la prima volta che la comunità finisce sotto i riflettori. Già nel 2012 è stata al centro di un’indagine giudiziaria con 36 testimoni, che è sfociata in un processo che si è poi chiuso definitivamente nel 2019. In totale erano 42 gli imputati, che sono stati poi tutti assolti.