Sgozza il marito dell’ex compagna per difenderla, il gip: “Voleva uccidere, resti in carcere”
La versione raccontata agli inquirenti da Abdellaoui Mongi dopo che con un fendente ha sgozzato e tolto la vita a Luigi Danesi seguiva l'ipotesi della legittima difesa a Cesano Boscone, in provincia di Milano. Mongi, 56enne, ha spiegato di aver agito per difendere, appunto, la sua ex compagna mentre suo marito, Danesi, la picchiava. Tale tesi, però, non ha trovato sponda da parte del giudice per le indagini preliminari che, al contrario, ha disposto la permanenza in carcere dell'uomo.
Resta in carcere l'uomo che ha assassinato il marito dell'ex compagna
Questo perché, come si legge nel provvedimento da lui firmato, il magistrato ritiene che, mentre la donna veniva aggredita con "calci, pugni e schiaffi", Mongi ha volontariamente colpito Danesi con l'intento di ucciderlo. Il gip scrive infatti che la legittima difesa deve essere applicata e regolata "dalla proporzionalità fra la reazione difensiva in soccorso e l'altrui offesa". Ovvero, se Mongi prendendo il coltello avesse voluto allontanare e, dunque, semplicemente mettere in sicurezza la donna, avrebbe potuto sferrare colpi in direzione di organi non vitali, al contrario di quanto invece fatto, con un colpo definito dal gip "inevitabilmente mortale".
Mongi accusato di omicidio volontario per eccesso doloso di legittima difesa
Mongi resta quindi accusato di omicidio volontario per eccesso doloso di legittima difesa perché, scrive il gip che ne ha convalidato il fermo, non avrebbe evitato "qualunque tentativo di forzoso allontanamento fisico dell'aggressore dalla prima vittima, preferendo munirsi nell'immediatezza di una pericolosa arma da taglio".