Sgomberata la Casa Albergo di Sesto San Giovanni: “Anziani e disabili costretti a lasciare le loro abitazioni”
Sono iniziate alle 7:30 di oggi, mercoledì 31 luglio, le operazioni di sgombero della Casa Albergo di Sesto San Giovanni, struttura di sette piani che dal 1998 ospita persone in stato di bisogno, offrendo loro una stanza per dormire e spazi comuni a canone ridotto.
Una sessantina di abitanti, tra cui diversi anziani, sono stati sgomberati dalle loro camere per ordine del prefetto e su richiesta del Comune di Sesto San Giovanni, che da tempo chiedeva l'evacuazione della struttura, ritenuta inagibile per la mancanza di un impianto antincendio a norma.
Motivazione che però non ha mai convinto Unione Inquilini Sesto San Giovanni: "Temiamo che dietro tale sgombero ci sia in realtà la volontà di utilizzare quello spazio in maniera più redditizia – spiega a Fanpage.it -, lo vedremo prossimamente. Certo è che fa molta gola una struttura in un luogo dove c'è la metro a 50 metri e una fermata di tre pullman che girano Sesto e fanno collegamenti in vari punti della città… Basta riprogettare l'edificio aggiungendo parcheggi sottostanti e i prezzi al metro quadro arriveranno a 7-8mila euro".
"La struttura sarà destinata a uso pubblico e non residenziale", ha invece fatto sapere il Comune di Sesto San Giovanni a Fanpage.it.
Il debito della onlus
La questione finanziaria ha comunque un peso in questa storia: la struttura era stata data in gestione dal 2018 alla Fondazione VVVincent Onlus, che si è rivelata però morosa. Sono stati il Tar e il Tribunale di Monza a decretare – rispettivamente – l'illegittimità della gestione della struttura e il rimborso al Comune dei canoni non corrisposti.
Dal canto suo VVVincent, pur non negando il debito, lo ha giustificato con spese di gestione superiori a quelle preventivate e al mancato pagamento del canone d'affitto da parte di molti inquilini. Elementi che, secondo VVVincent, avrebbero prosciugato le casse della onlus.
Unione Inquilini: "Gesto inaccettabile"
"Hanno infilato alla rinfusa in scatoloni di cartone gli oggetti personali degli inquilini, senza la loro presenza, per portarli poi in un magazzino del Comune dove i legittimi proprietari potranno ritirarli. Un gesto inaccettabile", commenta Unione Inquilini, che aggiunge: "C'erano persone anziane che faticavano a stare in piedi e abbiamo dovuto chiedere alla Croce rossa di fornire sedie e acqua".
Il problema delle persone anziane o malate è quello che più preoccupa Unione Inquilini: "Lì dentro vivevano anziani senza più famiglia, che avevano creato legami con gli altri inquilini e non volevano essere sradicati, ma anche mamme con figli disabili e in generale soggetti per cui è impossibile trovare una collocazione nel mercato immobiliare milanese".
"Se qualcuno provvisoriamente non dovesse avere una sistemazione – fanno sapere da Unione Inquilini -, mettiamo a disposizione la nostra sede di via Carlo Marx a Sesto San Giovanni".
La replica del Comune: "Fragili già sistemati"
Per quanto riguarda le soluzioni abitative previste dal Comune di Sesto per gli inquilini sgomberati, l'assessora alla Casa Roberta Pizzoccheri ha sempre rassicurato sul fatto che "Per tutte le persone fragili e per le famiglie le soluzioni da noi proposte sono continuative". Ma non sono dello stesso avviso i sindacati, che da mesi si battevano per evitare l'epilogo di questa mattina: "Molti inquilini provenienti da altre regioni italiane non hanno ottenuto la residenza a Sesto San Giovanni, pur vivendo nel Comune da anni. Per loro non è prevista alcuna soluzione, dal momento che sulla carta risiedono a centinaia di chilometri di distanza".
A sgombero quasi concluso, Pizzoccheri dichiara: "Le famiglie con minori sono già state collocate tra lunedì e martedì, i fragili di Sesto san Giovanni sono accolti in cohousing, i vari Comuni stanno provvedendo a collocare i loro residenti che fino all'ultimo avevano rifiutato soluzioni. Lo stabile sta per essere liberato e messo in sicurezza".
Le fa eco, sulla sua pagina Facebook, il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto di Stefano: "Abbiamo finalmente posto fine a una situazione ereditata dalla sinistra, caratterizzata da illegalità e sfruttamento. Ora, l’immobile tornerà a essere gestito in maniera trasparente e legale. A Sesto San Giovanni la legalità si rispetta e chi viola le leggi ne paga le conseguenze. Purtroppo, una certa sinistra continua a schierarsi dalla parte di abusivi e ciarlatani, ma noi stiamo dalla parte dei fragili, quelli veri, senza farci condizionare da speculatori".