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“Prega che mi arrestino, altrimenti ti ammazzo”: così minacciava la moglie davanti ai figli

Il figlio più grande ha tentato di difendere la madre, mentre veniva ripetutamente colpita al volto e alla testa con una caffettiera. A bloccare l’uomo un vicino di casa. È successo a Cornate d’Adda (Monza e Brianza)
A cura di Francesca Del Boca
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"Prega che mi arrestino e non torni più a casa, altrimenti ti ammazzo", sono state le sue ultime parole prima di uscire dalla porta di casa.

Detto fatto. Un uomo di 37 anni è stato arrestato ieri dai Carabinieri della compagnia di Vimercate (Monza e Brianza) per maltrattamenti nei confronti della moglie, 36 anni, connazionale del marito di origini marocchine. A bloccarlo e consegnarlo alle forze dell'ordine, un vicino di casa: il 36enne stava infatti scappando dal suo appartamento di Cornate d'Adda, dopo aver selvaggiamente picchiato la moglie davanti ai figli di 12 e 13 anni. 

I colpi al volto con la caffettiera

La lite, dalle prime ricostruzioni, pare scaturita da una questione economica: la moglie, stufa degli sperperi del marito disoccupato, si sarebbe rifiutata di consegnargli i soldi. Un'onta troppo grande, per l'uomo. Che ha iniziato a inveire contro la compagna e a colpirla in volto e alla testa con una caffettiera piena d'acqua, procurandole profondi tagli e ferite.

Il tutto davanti ai due figli di 12 e 13 anni, terrorizzati. Il più grande, facendosi forza, ha tentato di intervenire per difendere la madre ormai coperta di sangue. Impossibile però arginare la furia del padre, che con violenza inaudita ha continuato a scagliarsi contro la donna. "Prega che mi arrestino e non torni più a casa, altrimenti ti ammazzo". 

Una lunghissima serie di maltrattamenti domestici

Poi, la fuga da casa. Interrotta dal vicino, che l'ha immobilizzato a terra in attesa dell'arrivo dei Carabinieri. Adesso il 36enne, fermato con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni, si trova recluso nel carcere di Monza. La donna ha poi denunciato il marito, riferendo che l'episodio era solo l'ultimo di una lunghissima serie di violenze domestiche.

Giustizia è fatta? Si spera. La parte difficile, paradossalmente, deve ancora arrivare."Anche se vado in carcere quando esco ti faccio il servizio", è stata l'ultima minaccia dell'uomo. Adesso è necessario proteggere la vittima. E i suoi figli, spettatori ignari di violenze così atroci.

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