“Sfrattano noi che abbiamo sempre pagato l’affitto per fare b&b”: protestano gli inquilini del Trivulzio

Nuova protesta degli inquilini del Trivulzio davanti al tribunale di Milano. “Sappiamo che l’intenzione per il futuro è solo speculativa, non smetteremo di lottare”. Tra loro anche l’artista 65enne Gianfranco Soranno, che rischia di perdere la casa.
A cura di Chiara Daffini
0 CONDIVISIONI
Immagine

Continuano le azioni di protesta degli inquilini residenti negli immobili del Pio Albergo Trivulzio, che, a un anno dal commissariamento – rinnovato a inizio agosto 2024, sempre sotto la guida di Francesco Paolo Tronca – sembra proseguire sulla linea della vendita di parte del patrimonio immobiliare, che sarà gestito da un fondo di valorizzazione rappresentato dalla società Invimit.

Questa mattina, giovedì 22 agosto, il comitato inquilini del Trivulzio, insieme ai sindacati, si è riunito in presidio davanti al Tribunale di Milano, dove avrebbe dovuto tenersi l'udienza di convalida dello sfratto di Gianfranco Soranno, 65 anni, storico residente dello stabile Pat di Via Paolo Bassi.

Gianfranco: "Abito lì da 20 anni"

L'udienza è stata poi posticipata al 5 novembre di quest'anno, per accertare le condizioni di bisogno dell'inquilino, il quale riferisce a Fanpage.it: "Vivo in quella casa da 20 anni, ho sempre pagato l'affitto: per un monolocale di 22 mq sono 960 euro ogni tre mesi".

Una cifra moderata rispetto agli standard del mercato milanese, ma in linea con i principi a cui si ispirava alle origini il Trivulzio: "L'ente – spiega Alessandro Manca, del comitato inquilini – possiede circa 750 appartamenti in 20 stabili tra città e hinterland ed è nato per assicurare una casa a canone moderato ai lavoratori, questo era il desiderio di chi ha donato gli immobili".

"Un terzo del patrimonio immobiliare attuale – continua Manca – è sfitto, pochi appartamenti, molto grandi, sono stati affittati a persone abbienti, mentre alcuni sono in mano a società che li subaffittano come b&b. Tutto il resto è abitato da 500-600 famiglie di ceto medio basso, che lavorano ma fanno grandi sacrifici per arrivare a fine mese".

Come appunto Gianfranco, che di professione fa l'artista: "Il Pat legalmente ha il diritto di sfrattarmi, perché il contratto è scaduto, ma mi chiedo perché, dal momento che ho sempre pagato. Se dovessi perdere la casa in cui vivo finirei in mezzo alla strada, visti i prezzi di Milano".

Gli inquilini: "Non smetteremo di lottare"

Sul piede di guerra anche un altro inquilino del Trivulzio, Giuseppe Albeggiani: "Non smetteremo di lottare: come si può chiedere a persone che hanno anche più di 80 anni di lasciare la casa dove anno vissuto una vita, per essere trasferite in zone periferiche, magari scarsamente servite dai mezzi di trasporto pubblici? E questo per trasformare gli immobili in b&b".

"lnail – dice ancora Albeggiani – ha un accordo insieme a Invimit per gestire questo patrimonio immobiliare che il Pat gli vuole dare. È bene che questi signori siano coscienti che noi sappiamo benissimo che nonostante tutte le belle parole da loro dette, l'intenzione è totalmente speculativa".

"Nel mese di giugno – aggiunge Manca – il commissario Tronca ha emesso un provvedimento commissariale nel quale sono previsti 39 sfratti. Attenzione: 39 sfratti, di cui 34 per fine locazione, soltanto tre per morosità e due per subaffitto".

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views