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Sesto, percettori del reddito di cittadinanza impegnati al servizio della collettività

Sono una decina i residenti a Sesto San Giovanni nel Milanese e percettori di reddito di cittadinanza, che da martedì hanno iniziato a lavorare svolgendo diverse attività al servizio della comunità. “Si sono messi al servizio della collettività svolgendo un’attività importante soprattutto in questo difficile periodo”, ha spiegato il sindaco Roberto Di Stefano.
A cura di Chiara Ammendola
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Percepiscono il reddito di cittadinanza ma il sindaco ha deciso che per alcuni di loro è tempo "di lavorare" e di svolgere diverse attività al servizio della collettività. Accade a Sesto San Giovanni, comune alle porte di Milano, dove il primo cittadini Roberto Di Stefano ha avviato una sperimentazione che coinvolge diversi residenti nel comune che dopo una breve formazione hanno iniziato a lavorare svolgendo mansioni ritenute dal sindaco utili per la città.

I percettori di reddito impegnati nello punto drive in e all'esterno delle scuole

"Oggi una decina di cittadini sestesi che percepiscono il reddito di cittadinanza sono stati impegnati al punto tampone drive-in di via XX Settembre e all’esterno delle scuole Pascoli e Boccaccio di Sesto San Giovanni – si legge in un post condiviso sui social e accompagnato da diverse foto – per garantire il distanziamento sociale a supporto della Polizia Locale. Tre cittadini sono stati occupati nel punto tampone drive in, uno nel punto vaccini in piazza Oldrini, gli altri sei assegnati nelle varie scuole di Sesto".

Sesto San Giovanni, partito il tampone drive-in

"Dopo la selezione – ha continuato nel suo breve post il sindaco Roberto Di Stefano – del Settore Sociale del Comune e la formazione svolta al Comando di Polizia Locale, i sestesi coinvolti si sono messi al servizio della collettività svolgendo un’attività importante soprattutto in questo difficile periodo". Proprio ieri è partito nel comune di Sesto il tampone drive-in all'interno del parcheggio di via XX Settembre di fronte allo Stadio Breda. Decine le persone che nel primo giorno di partenza si sono messe in coda per effettuare il test: vi potrà accedere chi è stato segnalato dal proprio medico di base ad Ats (Agenzia di tutela della salute) come caso sintomatico o a rischio.

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