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“Sesso con una studentessa 16enne”: professore di lettere rinviato a giudizio a Monza

Un professore di lettere di 60 anni è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Monza per ‘atti sessuali con minori con l’abuso dei poteri derivanti dalla sua posizione’. L’insegnante aveva instaurato una relazione con un’allieva di 16 anni, conosciuta in classe in una scuola di Lissone. L’uomo ha sostenuto di essersi innamorato della ragazzina, tanto da aver chiesto il divorzio alla moglie. Per l’accusa la studentessa era succube del docente e per questo non aveva raccontato niente.
A cura di Simone Gorla
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Una foto scattata in bagno da uno studente, le effusioni tra un professore e una studentessa che finiscono immortalate in un'immagine che arriva prima alla preside e poi alla Procura di Monza. Ha inizio così il caso giudiziario, riportato oggi dal Corriere della Sera, con protagonista un professore di lettere di 60 anni di una scuola superiore di Lissone, in Brianza.

Atti sessuali con una studentessa minorenne: a processo un professore di Lettere

L'insegnante è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Monza per ‘atti sessuali con minori con l'abuso dei poteri derivanti dalla sua posizione', per aver avuto una relazione con un'allieva di 16 anni, conosciuta in classe. L'uomo ha raccontato ai magistrati di essersi innamorato della ragazza, di averla corteggiata e riuscendo infine a convincerla a fare sesso con lui.

Il docente sostiene di essere innamorato della ragazzina

Le prime occasioni di intimità sarebbero state all'interno della scuola. In seguito il professore avrebbe portato la ragazzina in una casa di sua proprietà, dove si sarebbe consumato un rapporto sessuale completo. Il docente, sposato e con figlia, avrebbe anche chiesto il divorzio a sua moglie proprio a causa dei sentimenti provati per le 16enne. La studentessa invece non aveva raccontato a nessuno quello che stava accadendo: genitori e amici non sapevano nulla. E sarebbero forse rimasti all'oscuro di tutto ancor a lungo se quel bacio scambiato in bagno non avesse rivelato tutto.

La difesa del professore sosterrà in tribunale che non ci sia stata coercizione né un abuso del ruolo di insegnante nei confronti della giovane. Per l'accusa la ragazzina, che non aveva intenzione di denunciarlo, sarebbe stata succube di quell'uomo.

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