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Sequestrato il cantiere delle torri ‘Lac’ al Parco delle Cave di Milano: 8 indagati per abuso edilizio

Il gip di Milano ha disposto il sequestro preventivo del cantiere delle torri residenziali ‘Lac’ di Milano. Le accuse sono di abusi edilizi, lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio e false attestazioni.
A cura di Enrico Spaccini
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Il cantiere delle Residenze Lac posto sotto sequestro (foto da LaPresse)
Il cantiere delle Residenze Lac posto sotto sequestro (foto da LaPresse)

La guardia di finanza ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale di Milano Lidia Castellucci, del cantiere delle Residenze Lac di via Cancano 5. Davanti al Parco delle Cave nel Municipio 7, infatti, era in corso la costruzione di tre torri residenziali alte fino a 43 metri e che avrebbero ospitato in tutto 77 appartamenti. Gli indagati, tra cui il progettista della società proprietaria dell'area e ora assessore alla Casa del Comune di Torino Paolo Mazzoleni e alcuni tecnici comunali, sono accusati a vario titolo di: abusi edilizi, lottizzazione abusiva, abuso d'ufficio e false attestazioni.

Cosa viene contestato dalla Procura

Quello della realizzazione di tre torre residenziali dove prima sorgeva solo un edificio industriale di un piano è un intervento dal forte impatto realizzato davanti al Parco delle Cave. Lo stesso Pgt (Piano di governo del territorio) approvato dal Comune di Milano riconosce "l'interesse ecologico" della zona. Il progetto, stando a quanto ricostruito dall'indagine coordinata dai pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici, Paolo Filippini e dall'aggiunta Tiziana Siciliano, è stato autorizzato dagli Uffici comunali in assenza di un piano attuativo, che in realtà è previsto dalla legge.

La presunta lottizzazione abusiva sarebbe iniziata nel 2019, quando l'area tra via delle Forze Armate e via Cancano era stata spacchettata in due lotti attraverso un atto siglato davanti a un notaio da Rossella Bollini, titolare dell’allora società Lakes Park srl, e Giovanni Oggioni, funzionario comunale coautore della convenzione Urbanistica. Tuttavia, sostengono gli inquirenti, l'atto avrebbe dovuto passare dall'approvazione del Consiglio comunale, o della giunta, tramite delibera, necessaria per "garantire la partecipazione di terzi interessati".

Risulterebbe irregolare, inoltre, l’effettuazione dell’intervento tramite la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Infatti, l'opera sarebbe stata qualificata come "ristrutturazione", quando in realtà si sarebbe trattata di una nuova costruzione, con lo scopo di ottenere "l'indebito beneficio di vantaggi tributari".

Infine, viene contestato anche l’uso illegittimo dell’istituto della “monetizzazione degli standard urbanistici”. Per gli inquirenti, il valore di mercato sarebbe stato "fortemente" sottostimato a 193,45 euro al metro quadrato. Una cifra che, per la gip Castellucci. non sarebbe "minimamente credibile" rispetto alle tariffe del 2019 nel Comune di Milano.

Chi sono gli indagati

Il sequestro del cantiere di via Cancano ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati sia i responsabili delle società che hanno firmato i vari documenti contestati, sia alcuni tecnici del Comune di Milano.

Gli indagati sono Paolo Mazzoleni, che al tempo era il progettista in fase di istruttoria per conto della Lake Park srl e che oggi ricopre il ruolo di assessore alla Casa del Comune di Torino; Rossella Bollini, che era amministratrice unica di Lakes Park srl e proprietaria dell’impianto industriale dismesso Pompe Peroni; Giovanni Oggioni che, come detto, aveva firmato la convenzione Urbanistica nel 2019; Nicolas Daniel Henri Rodriguez, ovvero il procuratore della società operatrice Nexity Milano Parco delle Cave srl che era subentrata alla Lakes Park srl, che risulta essere il titolare del permesso Scia delle torri; Ombra Katina Bruno, asseveratrice della Scia.

Per quanto riguarda il Comune di Milano, sono indagati tre tecnici: Andrea Viaroli, Riccardo Rinaldi e Alessandra Ottoni.

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