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Sequestrati nuovamente i 4 milioni di euro ad Irene Pivetti, indagata per frode fiscale

Il Tribunale del Riesame di Milano ha accolto la richiesta del pubblico ministero Giovanni Tarzia di sequestrare nuovamente i quattro milioni di euro a Irene Pivetti, indagata per frode fiscale e riciclaggio.
A cura di Filippo M. Capra
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Prima le erano stati sequestrati, poi restituiti, ora nuovamente sequestrati. Irene Pivetti, indagata a Milano per frode fiscale, riciclaggio e autoriciclaggio insieme ad un consulente e altre cinque persone, vede per la seconda volta congelarsi i quattro milioni di euro parte dell'inchiesta della Procura. A stabilirlo è stato il Tribunale del Riesame che ha accolto il ricorso del pubblico ministero Giovanni Tarzia. Secondo l'accusa, la ex presidentessa della Camera dei Deputati avrebbe compiuto una serie di operazioni commerciali, su tutte la compravendita di tre Ferrari, per riciclare proventi di evasione fiscale.

Sequestrati nuovamente i quattro milioni di euro a Irene Pivetti

Il primo sequestro dei quattro milioni di euro era arrivato in data 18 novembre 2021 per mano della guardia di finanza ma il giudice per le indagini preliminari Giusi Barbara non l'aveva convalidato. Per questo motivo, il pm si è rivolto al Riesame presentato appello contro la decisione, accolto infine dal Tribunale. Presa in contropiede la difesa della Pivetti che ha annunciato a sua volta ricorso in Cassazione, come spiegato dall'avvocato Filippo Cocco. Il sequestro dei quattro milioni di euro era arrivato in seguito alla chiusura delle indagini preliminari. Di questi, tre milioni e mezzo – secondo l'accusa – erano riconducibili all'ex esponente leghista, mentre il restante mezzo milione di euro al suo consulente. L'udienza davanti al Riesame si è tenuta lo scorso 28 gennaio, durante la quale il pubblico ministero Tarzia ha presentato elementi probatori alla base del decreto di sequestro, sottolineando con una memoria scritta che le società coinvolte nelle operazioni, alcune delle quali basate a Hong Kong, sarebbero state "scatole vuote". La difesa, al contrario, ha presentato documenti che, a suo dire, dimostrano la liceità del flusso di denaro.

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