Sequestrate 34 piante di cannabis terapeutica: “Rischiamo 260mila euro di multa per aiutare i malati”
The Hemp club – Milano THC è un cannabis social club nel quartiere Affori di Milano: un'associazione nata due anni fa, sulla scia di quello che accade in Spagna, per fornire a chiunque ne abbia bisogno (previa ricetta) cannabis per le cure mediche. Sabato pomeriggio una volante del commissariato Comasina ha fatto però irruzione nella sede, e sequestrato 34 piante di cannabis terapeutica coltivate in due box. Il club ora rischia fino a 260 mila euro di multa, per coltivazione a fini di spaccio.
"Adesso si rischia grosso. La legge, articolo 73, prevede la multa da 26 a 260mila euro e anche la reclusione da 6 fino a 20 anni". Parla Raffaello D'Ambrosio, presidente dell'associazione, a Fanpage.it. L'accusa? "La legge non prevede la possibilità di auto-coltivarsi la propria terapia, nonostante la Corte Costituzionale abbia dichiarato la non punibilità penale per l'auto-coltivazione di alcune piante con metodi rudimentali. Vogliamo fare da apripista, dare la possibilità ai pazienti di coltivarsi la propria terapia".
Ma come funziona? "Ogni piantina ha un suo titolare. Sono e saranno sempre di ogni singolo paziente. Chi non se la sente di partecipare a questa disobbedienza civile, ci ha firmato una corresponsabilità: ci danno una sorta di delega per coltivare quella che è la loro piantina".
Il The Hemp Club a Milano conta oggi quasi 300 soci. Molti dei quali sono pazienti che soffrono per lo più di insonnia e ansia cronica. "Dal 2018 la cannabis può essere prescritta anche per questi disturbi, e dunque la platea si è allargata". Tra i frequentatori del centro, però, anche pazienti affetti da gravi patologie come la sclerosi multipla. "Una nostra socia si è rivolta a noi dopo dieci anni di sofferenze, perché non ha mai trovato un medico che le prescrivesse il farmaco".
Sì, perché per la cannabis terapeutica è necessario affidarsi alle prescrizioni dei medici, cosa non scontata. Per questo è nato The Hemp Club, che fa sia da intermediario con medici (che prescrivono il farmaco) e farmacie (che lo vendono), sia promuove l'auto-coltivazione delle piantine terapeutiche. "Cerchiamo di rendere più accessibile l'ottenimento del farmaco. Sono pochissimi i medici che conoscono l'argomento. Noi siamo semplicemente dei facilitatori".
(Simone Giancristofaro)