video suggerito
video suggerito

Senzatetto “sgomberati” a Milano, l’assessore Bertolè: “Piccolo pezzo di un’attività più complessa”

“A tutte quelle persone è stata offerta un’alternativa e quasi 30 di loro quel giorno sono state accolte nei nostri centri”: a dirlo a Fanpage.it è l’assessore al Welfare del Comune di Milano Lamberto Bertolè relativamente agli sgomberi avvenuti alcuni mesi fa in Stazione Centrale.
A cura di Ilaria Quattrone
42 CONDIVISIONI
Lo sgombero in Stazione Centrale
Lo sgombero in Stazione Centrale

"Il problema è come agganciare queste persone e convincerle ad andare nei centri": a dirlo è l'Assessore al Welfare e alla Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolè, in un'intervista con Fanpage.it. Nella lunga conversazione sono stati toccati diversi temi: dal piano di accoglienza per i profughi ucraini, agli episodi di violenza tra i giovani e fino alla questione dei senzatetto. Proprio su quest'ultimo tema, diverse settimane fa, si era acceso un dibattito. La discussione era nata a seguito dello sgombero dei tunnel vicino alla Stazione Centrale: "Trenta persone quel giorno sono state accolte nei nostri centri", ha spiegato Bertolè.

L'assessore Lamberto Bertolè
L'assessore Lamberto Bertolè

A Milano sono circa 2.600 le persone in strada

Come spiegato dall'assessore, il tema della emarginazione o delle persone costrette a vivere per strada è molto delicato e importante. A Milano, dal punto di vista dei numeri, si stima che ci siano circa 2.600: "Una stima forse leggermente in difetto, ma l’ordine di grandezza è quello – sottolinea l'assessore a Fanpage.it -. Nei nostri centri e luoghi d’accoglienza, nel periodo invernale, quando abbiamo tutti i centri a disposizione accogliamo circa duemila persone". Bertolè precisa che ne vengono ospitati circa duemila non perché non ci sia posto per tutti, ma perché il problema è "come agganciare queste persone e convincerle ad andare nei centri". Il Comune infatti, insieme al Terzo Settore, ha costruito delle strutture usando sia degli spazi comunali che quelli messi a disposizione dal Terzo Settore: "Una rete di centri accoglienza diffusa e che ha posti liberi anche per le persone che tuttora non stanno nei centri".

In cosa consiste il lavoro delle unità di strada

Per favorire l'assistenza, sono state istituite delle unità di strada: "Hanno più competenze – spiega Bertolè – e tutti i giorni sono in strada e cercano di costruire relazioni con le persone, a volte dando dei beni materiali, indumenti piuttosto che cibo o farmaci ed è un’occasione per rispondere a dei bisogni primari, ma anche per agganciarle e attivare dei percorsi di reinserimento sociale e di riscatto sociale". Alcuni di loro accettano l'aiuto delle unità e scelgono di entrare nei centri. Lo snodo principale è il centro Sammartini: "È un punto d’accesso alla rete dei nostri servizi, in cui le persone possono avere una prima presa in carica sanitaria, giuridica e socio assistenziale così da capire che tipo di risposta dare"

I centri sempre più piccoli

Una delle strade intraprese dal Comune è quella di andare verso centri sempre più piccoli: "Alcune persone non vogliono andare nei centri perché magari hanno avuto esperienze negative perché sono troppo grandi e non si sentono al sicuro. Stiamo aumentando le risorse – continua Bertolè con Fanpage.it – per dare queste soluzioni e speriamo che questo possa farci fare passi avanti". A loro si aggiungono però gli "irriducibili", persone che rifiutano a priori l'inserimento nei centri: "Questi essendo comunitari richiedono il rispetto delle regole e non tutti hanno voglia di farlo. Altri – spiega ancora l'assessore – hanno paura perché vivono una condizione di rischio, di fragilità dal punto di vista giuridico e legale". In quest'ultimo caso si parla spesso di persone che sono appena entrati in Italia e non vogliono farsi identificare: "Noi nei nostri centri del piano freddo, che sono dispositivi salva vita, accogliamo tutti senza distinzione. Il problema è – precisa Bertolè – spiegare a queste persone che non devono avere paura, che accogliamo tutti".

L'episodio dei tunnel vicini alla Stazione

L'assessore poi torna sull'episodio dei tunnel: "Quello è un pezzettino di un’attività molto complessa ed è un intervento rispetto a una situazione che era diventata molto complicata per numeri e per difficoltà di entrare in contatto e in relazione con le persone e per situazioni, in alcuni casi, di rischio e pericolo per gli operatori che si avvicinavano. A tutte quelle persone – precisa l'assessore – è stata offerta un’alternativa e quasi 30 persone quel giorno sono state accolte nei nostri centri. Prima e dopo abbiamo continuato il pezzo più importante che è il tentativo di aggancio sociale delle nostre unità che cercano costantemente di parlare con le persone e di provare a trovare delle soluzioni".

42 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views