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Sente delle voci e uccide un 33enne in un bar, arrestato chiede di incontrare l’esorcista: andrà a processo

Un uomo entra in un bar e accoltella un ragazzo. Arrestato, sostiene di aver sentito delle voci che lo avrebbero spinto a commettere il delitto e chiede di incontrare un esorcista. Gli psichiatri lo giudicano comunque in grado di affrontare il processo.
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Immagine di repertorio
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Andrà a processo l'uomo che lo scorso 31 maggio ha ucciso un ragazzo di 33 anni all'interno di un bar di Calcinato, in provincia di Brescia. Arrestato nella sua casa poco dopo l'omicidio, il 52enne ha detto di aver sentito delle voci che lo avrebbero spinto a commettere il delitto, quindi avrebbe chiesto ai carabinieri di poter incontrare un esorcista. Ora che è stato valutato dagli psichiatri è stato ritenuto socialmente pericoloso, ma perfettamente in grado di stare in giudizio.

L'omicidio a Calcinato

Il 31 maggio del 2023 un uomo, Petrit Gega, che poi si scoprirà essere di origini albanesi, si è presentato in un bar di via Santa Maria a Calcinato armato di coltello e ha colpito un suo connazionale, Alfons Kola, di appena 33 anni. Poi l'assassino ha abbandonato ‘arma del delitto in strada ed è tornato a casa sua. In base alle testimonianze degli altri clienti del locale e delle impronte sul fendente, già nel corso della serata i Carabinieri della Compagnia di Desenzano sono riusciti a individuarlo e arrestarlo.

Inizialmente si riteneva che il delitto fosse maturato al culmine di una lite fra i due e non si escludeva che ci fossero precedenti problemi, magari legati ad attività illecite, fra vittima e carnefice. Quando l'indagato è stato interrogato, però, gli inquirenti hanno subito capito che – se possibile – la situazione era ancora più complessa. L'uomo ha infatti detto di aver sentito delle voci che lo avrebbero invogliato a commettere l'omicidio e lui stesso ha chiesto di poter incontrare un esorcista.

Il processo

Quando Petrit Gega è stato interrogato in carcere, qualche giorno dopo l'omicidio, la sua avvocata, Elena Scotuzzi, aveva confermato che l'indagato "ha risposto alle domande del giudice, ma la situazione è delicata". A quel punto è partito l'iter per verificare se potesse affrontare il processo. Ora, secondo quanto riporta il Giornale di Brescia, "è in grado di stare coscientemente a giudizio". Ma gli psichiatri preannunciano che quando ha commesso l'omicidio  "era per infermità, in tale stato di mente da scemare grandemente la capacità di intendere e volere".

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