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Incendio nella Casa di Riposo per Coniugi a Milano

Sei anziani morti nell’incendio della rsa di Milano: il primo avviso di garanzia è per la direttrice

La direttrice Claudia Zerletti della rsa Casa dei Coniugi è la prima a ricevere l’avviso di garanzia per l’indagine sull’incendio scoppiato nella struttura in cui morirono sei persone.
A cura di Giorgia Venturini
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La prima ad avere ricevuto un primo avviso di garanzia per l'indagine sull'incendio alla rsa Casa dei Coniugi a Milano la notte tra giovedì e venerdì scorso è la direttrice della struttura. Durante il rogo morirono sei anziani e altri 81 persone rimasero gravemente ferite. Nelle prossime ore sarà iscritta nel registro degli indagati la direttrice della struttura di via dei Cinquecento, Claudia Zerletti. E ci saranno altri nomi. Ma al momento  è l'unica ad aver ricevuto un'informazione di garanzia sotto forma di verbale di identificazione. Gli indagati dovranno rispondere di omicidio e lesioni colpose plurime e incendio.

L'incendio nella casa di riposo

Nella notte tra il 6 e il 7 luglio scorso è divampato un rogo all'interno della struttura per anziani "Casa dei Coniugi", rsa di via dei Cinquecento in zona Corvetto: a dare origine alle fiamme un mozzicone di sigaretta accesa, che avrebbe incendiato lenzuola e materassi per poi dare fuoco a una bombola d'ossigeno. L'allarme, infatti, è stato lanciato nella notte da una delle ospiti della struttura: "Aiuto, c'è fumo". Poi sarebbe stata vinta dalle fiamme.

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L'indagine per omicidio colposo plurimo in seguito a incendio

Gli impianti di rilevamento fumi delle camere erano rotti ormai da tempo: era ben un anno e mezzo che alcuni cartelli, affissi sui muri della struttura per anziani, avvisavano gli ospiti del guasto, e assicuravano in compenso l'intervento di un custode notturno addetto alle procedure antincendio. "Se il Comune sarà responsabile pagherà", le parole del sindaco Beppe Sala, dal momento che le procedure di riparazione, a seguito di gara pubblica, erano proprio sotto la responsabilità del Comune: il primo bando era stato chiuso il 5 maggio, ma tutto si era fermato perché l’azienda vincitrice era stata colpita "da una interdittiva antimafia". E non solo. "I tempi della burocrazia purtroppo li conosciamo tutti".

Sotto la lente degli inquirenti anche l'addetto antincendio per la notte: ci saranno da chiarire sue eventuali responsabilità (si parla di un ritardo di 10 minuti nella chiamata ai soccorsi) o se il problema sia a monte. "Io da solo non bastavo", ha dichiarato lui. "Impossibile controllare tutte le stanze".

La posizione dell'azienda

In una not stampa, Proges Cooperativa Sociale – che gestisce la Rsa – ha specificato che durante la notte del 7 luglio, quando è esploso l'incendio, un medico incaricato si trovava in regime di reperibilità: "Come previsto dalla normativa vigente". Il personale presente in struttura, come è stato più volte ribadito nei giorni scorsi, sarebbe stato in linea con la normativa regionale vigente relativa ai minutaggi e alle norme di sicurezza.

"Le valutazioni di natura politica relative alla necessità di modificare e migliorare tali norme risultano del tutto legittime ma non possono dare adito a illazioni circa la loro corretta applicazione da parte della Società", prosegue l'azienda che conferma la presenza e il corretto funzionamento degli estintori.

"Sin da quando le rilevazioni tecniche hanno constatato il malfunzionamento dell’impianto di rilevazione dei fumi, e in attesa del suo ripristino, la Società si è attivata mettendo in essere misure interne straordinarie quali corsi antincendio supplementari per i propri operatori e istruzioni operative specifiche per fare fronte ad una situazione di oggettiva criticità strutturale", specificano ancora.

Concludono poi sottolineando che a causa delle turnazioni estive e del prolungarsi della situazione descritta, la Società ha dovuto ricorrere "autonomamente a ulteriori due risorse esterne specializzate, che si alternavano a partire dalla data del 3 luglio".

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