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Scuola, in Lombardia verso il rientro in presenza al 100% per gli studenti delle quinte superiori

Dal prossimo 26 aprile, se la Lombardia tornerà in zona gialla, gli studenti dell’ultimo anno delle superiori potrebbero tornare a fare lezione in presenza al 100 per cento. La didattica a distanza resterebbe per parte degli studenti dei primi anni. Il compromesso, pensato per non sovraccaricare il trasporto pubblico locale che resta alla metà della sua capacità, è stato già discusso tra regioni e governo. Si attende adesso l’approvazione del nuovo decreto Covid.
A cura di Francesco Loiacono
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Immagine di repertorio
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Da lunedì 26 aprile in Lombardia tutti gli studenti che frequentano le quinte classi delle superiori potrebbero tornare a scuola in presenza. Niente più dad (didattica a distanza) per loro, mentre la modalità di apprendimento a distanza continuerà per parte dei loro colleghi che frequentano i primi anni della scuola secondaria di secondo grado. Si tratta al momento di un'indiscrezione che però, come spiegano fonti della Regione Lombardia a Fanpage.it, è già stata discussa nel vertice tra regioni e governo di ieri. Adesso si attende l'approvazione del nuovo decreto Covid (alle 17 prenderà il via i Consiglio dei ministri che ne dovrà discuterne) per capire quali saranno le percentuali di didattica a distanza, nero su bianco. E soprattutto si attende di capire se, come ipotizzato dal presidente della Lombardia Attilio Fontana, la regione tornerà nella ripristinata zona gialla dal prossimo lunedì 26 aprile.

Cosa è scritto nella bozza del nuovo decreto Covid

Nella bozza del nuovo decreto Covid circolata dopo il confronto di ieri si legge che "dal 26 aprile e fino alla conclusione dell’anno scolastico 2020-2021, è assicurato in presenza sull'intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l'infanzia di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, dell'attività scolastica e didattica della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, nonché delle attività scolastiche e didattiche della scuola secondaria di secondo grado di cui al comma 2, almeno per il 50 per cento della popolazione studentesca". Quindi, in tutto il Paese indipendentemente dai "colori", bimbi e bimbe che frequentano i nidi e le scuole di infanzia e gli studenti delle elementari e delle medie torneranno a frequentare le lezioni al 100 per cento in classe.

Il nodo della frequenza per le superiori: si pensa a un compromesso

Discorso diverso per gli studenti delle superiori, il vero nodo su cui ieri il presidente della Lombardia Attilio Fontana aveva espresso dubbi: "Dobbiamo risolvere il problema dell’equazione insostenibile che vede le scuole al 100 per cento e la copertura dei treni al 50 per cento". La soluzione a questa equazione potrebbe essere un compromesso al ribasso rispetto a quanto contenuto nella bozza del nuovo decreto Covid. Nel testo al vaglio del Consiglio dei ministri si legge: "Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica, ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, affinché, nella zona rossa, sia garantita l'attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e, fino a un massimo del 75 per cento, della popolazione studentesca, e, nelle zone gialla e arancione, ad almeno il 60 per cento e fino al 100 per cento della popolazione studentesca. La restante parte della popolazione studentesca delle predette istituzioni scolastiche si avvale della didattica a distanza".

Intanto crescono i contagi nelle classi

Quindi il compromesso che si ipotizza in Lombardia prevede la presenza in classe al 60 per cento degli studenti dei primi anni delle superiori, per garantire la presenza al 100 per cento agli studenti dell'ultimo anno, anche in vista degli esami di maturità. Il 100 per cento della frequenza in classe per tutti gli altri studenti delle superiori potrebbe essere raggiunto in vista del prossimo anno scolastico, a settembre, sempre che la situazione epidemiologica lo consenta. Sono infatti i contagi la chiave di tutto: ieri l'ultimo report di Ats Milano sulle infezioni nelle scuole di Milano e Lodi ha evidenziato dati in aumento sia sul fronte dei contagi sia, soprattutto, su quello degli studenti in isolamento, decuplicati (da 500 a 5000) nella settimana dal 12 al 18 aprile rispetto alla settimana precedente. Era in qualche modo prevedibile, considerando che le lezioni in presenza (con percentuali diverse) sono ripartite dallo scorso 7 aprile, con le superiori tornate parzialmente in classe proprio dal 12 aprile.

A mediare tra le condizioni epidemiologiche, la volontà di frequentare in presenza da parte degli studenti e la capacità della rete di trasporto pubblico di assicurare sempre situazioni ottimali per quanto riguarda il distanziamento saranno i prefetti. Anche dalla Regione trapela la volontà di lasciare ampio spazio ai singoli tavoli prefettizi, più vicini alle singole realtà territoriali.

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