Scuola chiusa per Ramadan a Pioltello, l’appello a Mattarella della vicepreside: “Intervenga a mettere fine a questa storia”
Non si spengono i riflettori sulla scuola di Pioltello (Milano) che ha disposto un giorno di chiusura anche per il Ramadan durante le festività pasquali. "Basta, fateci fare sculola", recita uno striscione appeso alle pareti dell'istituto comprensivo Iqbal Masih. "Invitiamo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Pioltello: venga a sostenerci perché ci sentiamo soli", dichiara la vicepreside Maria Rendani. "Lui è l’unico che può scrivere la parola fine a questa triste storia”.
Una storia che è diventata un vero e proprio caso politico. "Ma si tratta di una scelta didattica. Non ha nulla di ideologico, nulla di religioso. Non abbiamo voluto inserire alcuna festività, non vogliamo togliere l’identità a nessuno e non vogliamo sopprimere nessuna cultura", ha dichiarato a La Repubblica l'insegnante, già Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica proprio per l'impegno profuso negli anni a favore dell'integrazione.
Intanto è atteso per il prossimo lunedì 25 marzo il responso ufficiale: in questa data infatti collegio docenti e Consiglio d’istituto decideranno se portare avanti la decisione di chiudere per il 10 aprile o se fare un passo indietro, come recentemente suggerito dal provveditorato che ha evidenziato "irregolarità". E come invocato dai vertici della Lega, vicepremier Matteo Salvini in testa: "Una scelta inaccettabile, contro i nostri valori", il suo commento. "Non è questo il modello di Italia e di Europa che vogliamo".
"In un tessuto multiculturale come quello di Pioltello, la scuola non può rimanere estranea al contesto", aveva controbattuto invece il preside Alessandro Fanfoni, finito sotto il mirino di insulti e minacce. "L'istituto comprende sette plessi in totale: due dell'infanzia, tre primarie, due secondarie di primo grado. Questi contano in tutto 1.270 studenti, di cui il 43 per cento è di nazionalità non italiana e altri cento sono di seconda generazione. La parte più consistente degli alunni stranieri proviene da Egitto, Marocco e Pakistan".
In questo scenario, come aveva spiegato il dirigente scolastico, il giorno di Eid Al-Fitr (la fine del Ramadan) almeno metà degli alunni resta a casa, e le aule scolastiche sono semi-deserte. "Gli alunni di fede islamica sono la maggioranza, nonostante le linee guida sull’inclusione consiglino di formare classi con non più del 30 per cento di stranieri, perché questa è la nostra utenza. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi numeri e alla realtà".